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Poste Italiane supera quota 100 mila passaporti

In un anno di attività, il servizio di rilascio e rinnovo attivo in piccoli comuni e grandi città ha raggiunto un traguardo importante. Esempi da esportare

Poste Italiane ha superato la soglia dei centomila passaporti rilasciati nei propri uffici. Un risultato raggiunto in poco più di un anno dall’avvio del servizio, nato da un accordo con il Ministero dell’Interno e quello delle Imprese e del Made in Italy.

Il documento numero centomila è stato emesso a Pescara. L’iniziativa era partita nei Comuni sotto i 15 mila abitanti, con il progetto Polis, per poi allargarsi alle grandi città. Oggi il servizio è attivo in oltre 2.700 uffici postali, di cui 2.305 nei piccoli centri e 415 nelle aree urbane.

L’obiettivo era semplificare procedure e ridurre tempi e distanze. In alcuni comuni isolati, come Terranova di Pollino, per avere un passaporto si dovevano percorrere fino a 150 chilometri. Ora è sufficiente recarsi all’ufficio postale più vicino.

I dati mostrano l’impatto dell’iniziativa. Nei comuni sotto i 15 mila abitanti sono state presentate oltre 77 mila richieste; nei grandi centri oltre 30 mila. La provincia di Verona guida la classifica con più di 9 mila passaporti rilasciati, seguita da Vicenza con 8.800, Monza con 5.700 e Bologna con 5.300. L’ufficio di San Pietro in Casale, in provincia di Bologna, è quello che ha emesso più documenti, 560 in totale. Anche il comune più piccolo coinvolto, Carapelle Calvisio in provincia dell’Aquila, ha potuto usufruire del servizio.

La procedura è semplice: documento di identità, codice fiscale, due foto, bollettino e marca da bollo. Gli operatori raccolgono anche dati biometrici e trasmettono la pratica alla Polizia. Nei centri urbani è prevista la prenotazione online.

Un aspetto rilevante è la consegna a domicilio del passaporto. Nei piccoli comuni quasi otto cittadini su dieci l’hanno scelta; nelle città la percentuale scende a un terzo.

Il traguardo dei centomila passaporti conferma come la rete postale possa affiancare l’amministrazione pubblica in servizi essenziali. L’iniziativa ha dato un contributo concreto alla riduzione delle disparità territoriali e ha alleggerito il lavoro degli uffici di polizia, mostrando come un’infrastruttura diffusa possa diventare strumento di semplificazione per i cittadini. Ed è anche un esempio di come la collaborazione tra pubblico e privato, se ben regolata, possa produrre efficienza e qualità: un modello che potrebbe essere replicato in altri ambiti della pubblica amministrazione per colmare ritardi e rendere i servizi più accessibili.