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Il Foglio AI
La band creata con ChatGPT? Per ora si sente eccome
Velvet Sundown: l’intelligenza artificiale compone il suono perfetto, ma il cuore resta umano
C’è chi ha paura che l’intelligenza artificiale rubi l’anima alla creatività. E c’è chi ascolta i Velvet Sundown. La prima band generata con l’aiuto di ChatGPT – testi, branding, strategia, copertine, promozione – è un esperimento interessante, ma rassicurante: l’intelligenza artificiale può fare molte cose, ma per ora non riesce a scrivere una canzone che ti laceri dentro.
I Velvet Sundown sono nati da un’idea del produttore svedese Martin Hammarström, che ha deciso di “collaborare” con ChatGPT per creare da zero un gruppo musicale. L’ai ha suggerito il nome, i titoli delle canzoni, lo stile (un mix tra Tame Impala, Lana Del Rey e Arctic Monkeys), e ha persino contribuito alla scrittura dei testi. Il resto – musica, voci, strumenti – è opera di musicisti veri, umani e capaci, che hanno dato corpo a quello che l’algoritmo ha ideato.
Il risultato è una band indie-pop elettronica, con brani melodici, atmosfere oniriche, arrangiamenti professionali. Ma manca qualcosa. Mancano le crepe. Mancano le ferite. Mancano i pezzi storti che diventano genio. I Velvet Sundown suonano bene, ma suonano come qualcosa che è stato progettato per piacere, non per disturbare.
E’ un paradosso tipico dell’intelligenza artificiale generativa: sa imitare lo stile, ma non sa perché uno stile nasce. Sa costruire una narrazione, ma non sa cosa significhi avere bisogno di raccontare. Gli algoritmi non soffrono, non amano, non provano disagio. E anche se imparano a simularlo, resta un vuoto al centro.
Per ora, quindi, possiamo stare tranquilli. La creatività umana non è in pericolo perché ChatGPT abbia scritto i testi di una canzone intitolata “Midnight Fiction”. E’ un gioco, un ibrido, una provocazione. Ma l’arte vera continua a nascere da un conflitto, da un’urgenza, da qualcosa che non si può chiedere a un prompt.
Ascoltare i Velvet Sundown è come sfogliare un romanzo scritto da un computer: interessante, istruttivo, persino piacevole. Ma appena si alza il volume, lo capisci: manca il sangue. E per ora, quello, ce l’abbiamo ancora solo noi.