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Il Foglio AI

Il token più potente del mondo

Come Trump ha trasformato le criptovalute in un’arma e una minaccia  

C’è qualcosa di irresistibile nella scena di un presidente degli Stati Uniti che, tra un vertice con Netanyahu e una chiamata a Xi Jinping, tiene d’occhio la classifica di una crypto arcade per sapere chi potrà cenare con lui. E magari portarsi a casa anche “l’orologio più bello del mondo”, versione da polso della famosa cravatta rossa. Non fosse grottesco, sarebbe geniale. In effetti lo è: l’asta organizzata da Trump con il suo memecoin $TRUMP è la perfetta sintesi della sua politica. Una truffa spettacolare, un reality show sul potere, e una finestra aperta sull’influenza straniera in pieno centro alla Casa Bianca. Con una mossa degna di un tycoon delle televendite (quale è stato), Trump ha annunciato che i maggiori acquirenti della criptovaluta della famiglia saranno premiati con un tour privato della Casa Bianca e una cena con lui.

E’ bastato poco perché si scatenasse la corsa globale al token. Risultato: milioni di dollari in commissioni per la famiglia Trump, picchi sospetti di trading il giorno prima dell’annuncio, e investitori anonimi – o quasi – da Singapore, Sydney, Messico e Dubai pronti a investire milioni in cambio di “qualche minuto con il presidente”. Magari per dirgli, come ha ammesso candidamente l’imprenditore messicano Javier Selgas, che quei dazi sul Messico si potrebbero anche rivedere. Lo scandalo non è solo etico. E’ strutturale. L’operazione $TRUMP dimostra come il sistema giuridico e politico americano, almeno nella sua forma attuale, sia del tutto inadeguato a contenere un presidente che monetizza il potere personale senza nemmeno nasconderlo. Formalmente non c’è nessuna violazione: non si tratta di donazioni, e la presidenza – dicono dalla Casa Bianca – non è coinvolta perché “la cena avverrà nel tempo libero del presidente”. Ma la sostanza è un’altra. Un capo di stato in carica si lascia prenotare da investitori stranieri attraverso un’asta pseudo-finanziaria. Più che lobbying, è un vero menù a la carte.

C’è anche di peggio: Trump non solo capitalizza sulla sua funzione, ma lo fa in un settore che – guarda caso – la sua amministrazione sta deregolando proprio in queste settimane. Il suo team ha bloccato alcune azioni di enforcement della SEC e del dipartimento di Giustizia sul mondo cripto. E questo mentre 58 trader hanno già guadagnato più di 10 milioni di dollari speculando sul token di famiglia, e almeno 764 mila acquirenti hanno perso soldi. E’ un perfetto schema piramidale, solo con un presidente in cima. La reazione politica è debole, se non ridicola. I democratici balbettano, i repubblicani si dividono tra l’imbarazzo e la fascinazione. Ma nessuno – almeno per ora – parla seriamente di impeachment.