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Il duro lavoro dell'adolescente e alcuni consigli per non mollare

Mai scusarsi, mai portare giù la spazzatura, mai cadere nelle trappole di tua madre

Essere un’adolescente richiede molta fatica: assicurarsi che ogni membro della tua famiglia riceva la giusta dose di recriminazioni e di occhi al cielo, essere certi che a nessuno sia sfuggito quando ti senti vessata e di malumore, oltre che in gabbia, anche dare per scontato che tutti gli abitanti della casa abbiano eseguito i tuoi ordini e/o anticipato i tuoi desideri, risolto i tuoi problemi con le ricariche del cellulare e con il bisogno immediato di un paio di nuovi pantaloni della tuta che però non sembrino pantaloni della tuta, perché lo sanno tutti, anche i cani, che i pantaloni della tuta fanno schifo, schifo, schifo. E come ha potuto tua madre non accorgersi che non hai più un maglione decente? Che tutto l’armadio, l’intero armadio e tutto quello che contiene fa schifo? Del resto anche il mondo fa schifo, la scuola fa schifo, la Dad fa schifo, la tua stanza fa schifo, i ragazzi fanno schifo, e la tua faccia, beh la tua faccia è uno schifo, ma le tue braccia? vogliamo parlare dello schifo delle tue braccia?, e tuo fratello come ha osato entrare in camera tua dopo aver bussato solo due volte, che è chiaro che non lo senti se hai le cuffie, lo fa apposta per farti impazzire, ma tu glielo hai detto chiaro: vatteneeee, e adesso se torna gli tiri addosso tutte le scarpe che hai accumulato sotto la scrivania. Entra pure, così ti uccido. 

 

Essere un’adolescente che deve controllare tutta questa montagna di negatività e insofferenza, e fare attenzione a distribuirla equamente dentro casa perché nessuno si senta escluso dalle onde elettromagnetiche di checifaccioquiconquestibifolchi, è un grosso lavoro che ti lascia poco tempo da dedicare a te stessa. Al sonno, per esempio: non puoi mai dormire, perché alle due di notte tua madre entra in camera  e ti ruba il telefono e dice che adesso basta, si cambia tutto, e cerca di spegnerlo ma non ci riesce, è proprio un’incapace. A quel punto però sei nervosa e non riesci ad addormentarti, e poi la mattina di nuovo quella entra e dice: buongiorno, che chiaramente ti prende in giro perché non può essere un buongiorno, neanche con il caffè a letto che lei pensa sia chissà che figata e in realtà è solo scomodo perché sei troppo stanca, troppo svegliata di colpo troppo presto, pure i gatti saltano sul letto a salutarti,  e per forza il caffè lo rovesci sulle lenzuola e ti riaddormenti. 

 

Eccola, la vera natura di tua madre: una belva. Fingeva solo di essere gentile, ma non vedeva l’ora di provocare l’incidente per poterti fare il discorsetto, che chissà da quanto ce l’aveva pronto, pure con le lacrime agli occhi, doveva fare l’attrice guarda. E adesso salta fuori che quando ti parla non puoi più risponderle con: diomio, e una faccia schifata. E’ la mia faccia mamma, lo vuoi capire diomio? Tra l’altro è colpa sua se ti è venuta quella faccia ed è colpa sua se non hai tempo da dedicare al miglioramento della tua faccia (e delle braccia, diomio) perché hai troppe cose da fare, troppe invettive da costruire, è  troppo faticoso essere un’adolescente con tutti questi doveri. L’importante è che tu non senta mai di avere esagerato, l’importante è che  non ti venga in mente di chiedere  ai tuoi genitori se serve una mano con i piatti in cucina, e non cadere nella tentazione di portare giù la spazzatura, o per carità, di dare un bacio a tuo fratello. Devi tenere il punto, e guardarlo come guardi il risotto di tua madre. Sei un’adolescente, ti meriti più  esasperazione, più fatica degli altri, più riconoscenza. Non mollare, e soprattutto: non sorridere.