Foto Alan Levine via Flickr

Gli youtubers, la delusione e l'educazione all'onestà dei figli maschi

Annalena Benini

Il codice dell’anima prevede la libertà nella scelta degli idoli. A me la libertà di mentire

Mio figlio ha nove anni e ieri mi ha chiesto se la Sardegna è lontana da Roma. Io ho molti problemi geografici, però non mi sembra che sia così lontana, ho risposto. Ci si può andare in aereo, oppure in nave, non è un viaggio lungo, è un’isola bellissima. Mi piace quando mio figlio mi chiede qualcosa che non sia un gioco della Playstation o i Ringo, mi si riaccende la speranza, penso: lo vedi che è pieno di curiosità per il mondo, non importa se non vuole fare nessuno sport e se mi ha chiesto di esonerarlo dal minibasket a scuola perché “è troppo noioso e mi stanco”, deve solo trovare qualcosa che lo appassioni.

 

Forse nella vita farà l’esploratore, del resto mi ha chiesto dov’è la Sardegna, girerà il mondo, scalerà le montagne, mi porterà con sé. Quindi gli ho detto che se vuole scoprire la Sardegna selvaggia possiamo andarci una volta io e lui, magari non in agosto, facciamo una cosa solo nostra, ci divertiamo, accumuliamo ricordi, scopriamo la sua vocazione, il suo codice dell’anima come dice Hillman, e mio figlio penserà sempre che grazie a sua madre ha capito chi vuole essere, parlerà di me nelle interviste e mi amerà sempre. Alla mia proposta mio figlio mi ha addirittura abbracciato, ha detto: mamma ti voglio bene. Ero molto felice, molto orgogliosa di lui e di me, allora è servito ripetergli continuamente che con l’iPad si spappola il cervello. Ma è molto grande la Sardegna?, mi ha chiesto preoccupato. Ho controllato e su Google e ho detto velocissima: ventiquattromila chilometri quadrati, fingendo di averlo sempre saputo. Lui mi sembrava deluso dalla risposta, anzi avvilito, preoccupato. Amore, preferisci che andiamo in un’isola più piccola, meno dispersiva? Ti porto in Grecia se vuoi, scegliamo quella che ci pare, affittiamo un motorino, sai che meraviglia, ci sono le buche per strada proprio come a Roma. Ma già tutta la gioia era perduta, mio figlio aveva di nuovo la sua aria imbronciata, non diceva niente, non mi abbracciava più. Perché adesso fai così?, ho chiesto allarmata (saranno normali questi sbalzi d’umore, starò crescendo un uomo bipolare?). “Se la Sardegna è così grande non riuscirò mai a incontrare i miei youtubers preferiti, come faccio?”. Quindi era questo. Non la vocazione alla scoperta del mondo, ma gli youtubers che urlano scemenze e commentano i videogiochi, gridano: spàralo. I miei nemici. Che spappolano il cervello di mio figlio, dicono parolacce, hanno milioni di seguaci, rubano la poesia di questi nove anni, incitano alla vita sul divano. A volte torno a casa e mio figlio non alza gli occhi dallo schermo su cui qualcuno di molto giovane sta gridando: bella tutti ragazzi.

 

Lui vuole andare in Sardegna e vagare per le strade nella speranza di incontrare i suoi idoli di YouTube, non gli importa niente del mare, del vento, del futuro, di me. Era il mio turno di rabbuiarmi. Non ho più detto niente, tranne che la mezz’ora di iPad era scaduta ed era ora di apparecchiare. Non ho più cercato i traghetti per la Sardegna, non ho raccontato di quando ho dormito sul ponte della nave, dello zaino caduto in mare. Ero avvilita, delusa, decisa a iniziare la guerra anti youtubers. Ma mio figlio ha apparecchiato (deve apparecchiare e sparecchiare per due mesi in cambio di un gioco della Playstation) e poi è corso da me, con gli occhi di nuovo luminosi. Non potevo farmi incantare, crescere figli maschi è una grossa responsabilità, ne va del futuro del mondo. Mamma mi vuoi bene? Sì ti voglio bene, però minibasket lo fai, sennò ti levo l’iPad per sempre, e fai anche calcio e la smetti di dire le bugie a tua sorella. Va bene mamma, hai ragione mamma, certo mamma, come sei bella mamma, dammi la mano, mamma. Ma è successo qualcosa? Hai scoperto la tua vocazione? “I miei youtubers vivono a Cagliari, quanto è grande Cagliari?”. E’ immensa, è la città più grande che esista, e comunque c’è una nuova legge: ci può entrare solo chi ha tutti nove in pagella, lo so che sembra incredibile ma è così, lo fanno per il futuro del mondo.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.