Io son Totto, l'otto re di Roma

Mirko Volpi
Cosa si sono detti il capitano, Spalletti e Pallotta all'intervallo di Roma-Samp

Francesco Totti, capitaneo di Roma
Luciano Spalletti, condottiero giallorosso
Jacomo Pallotta, mercante delle Indie

 

(La pugna tra Romani e Doriani è giunta alla metà del tempo)

 

FT: Deh, segnor mio, fammi giuocar!
LS: V’è un tempo per la pugna e un tempo per la panca.
FT: Or tu forse non vedi li compagni miei moversi pel campo come liocorni zoppi? Li Dorian ne stan facendo strame. Ita a l’inferno è la speme di più vincer.
LS: I consigli, gli stratagemi, gli artifizi miei ignori, o Totto capitaneo.
FT: La disfatta progetti, Spalletto incantator!
LS: Tu se’ un venerabil vecchio, antico cavalliero giunto al fin delle battaglie: io ben t’escuso l’ardire del parlar.
FT: Io son Totto, l’otto re di Roma.
LS: L’ottavo…
FT: Sì, lottai e vinsi, con la mazza e con lo stocco; li inimici schiantai per ogni plaga, gloria ed onor ovunque conquistai. Lo popolo romano grida tutto dì lo nome mio a gran voce, e voce di popolo, ognun il sa, è voce di Domeniddio sempiterno signore che talenti mi diede sovrumani nell’arte della sfera.
LS: L’arte è longa, ma la vita è breve.
FT: Naingolano dunque preferisci?
LS: Egli è crudo, acerbo e insano: m’è utile alla mischia.
FT: E anco que’ duo felloni, anco lor mi stanno innanzi: li perfidi saracin, dico, El Sciaraui e Macometto Salah.
LS: I pagani non temono la morte, né ferute o sfibramento di garretti.
FT: Sciogli il laccio, orsù! Rendimi al terren di giuoco: pace non ho, né triegua.
LS: Le giovenili membra or m’abbisognan, non l’inclita virtù perduta dell’anzian campione.
FT: Ah, avversi fati!
LS: Al bando sei, Totto, e non te ne rencresca.
FT: O che qui morto ho da restare, o ch’io in campo ho da tornar.
LS: Omo sii: cessa il lamentevol piato.
FT: Sciagure incombono su di noi, il cielo annera, l’ira divina tempesta scatena sull’orgoglio tuo. Vedi i tuoni, odi le saette!
LS: Negromanzie! Superstizion! Sinestesie!
FT: Sdegno celeste invero il chiamo…
LS: Ah! Ma chi vedo di laggiù? Pallotta lo mercante, procacciator de la pecunia nostra.
JP: Spalletto, che fai? Totto fuori? E che mai? Totto la gente ama e idolatra, di lui compra l’armatura col numero X. Io voglio bisìni, merciandare, io non tengo fruttistendo, conto moneta, non posso campar coi frutti. Se perdiamo colpa darem a Totto, se vinciam è grande il gruppo, tu il primo. Deh, non tardar più oltre.
LS: Ah, il maledetto fiorino…
FT: All’armi! Vittoria!
LS: Cedo al vil danaro. Teco sia però lo Slavo Geko: e che Iddio ci guardi.