Il meglio dei diari di Dibba

Alessandro Di Battista

Dal maiale nelle ossa, agli angeli con una sola ala. Non un semplice bestseller, ma una “spremuta di umanità”, simbolo del nonsense grillino. Un catalogo definitivo

Obbedisco

Il mondo non si cambia senza leggere, senza farsi qualche domanda e senza alzarsi dal divano! Il divano andrebbe disprezzato, della TV fatene quel che volete ma sappiate che è subdola e repressiva, perché impone i suoi modelli omologando ogni autenticità e concretezza. Lo diceva Pasolini in un famoso articolo sul “Corriere” del 9 dicembre 1973, e lo confermo ancor di più adesso che ho visto quel che producono le mie sortite in quella scatola nera. Io all’inizio della legislatura non volevo andarci, mi hanno convinto gli attivisti del M5S minacciando persino lo sciopero dei banchetti. “O andate in TV e ci vai anche tu o noi smettiamo di fare volantinaggio e di spiegare il M5S alle persone in strada”. Obbedii. Oggi sono uno dei parlamentari del M5S che va più in televisione, anche se dopo un’attenta selezione.

(pagina 153)

 


 

 

Paese reale

Il Paese reale si svelava ai miei occhi chilometro dopo chilometro e in questa indigestione di realtà trovavo argomenti politici, battaglie da portare in aula, interrogazioni parlamentari da scrivere. Il viaggio mi dava elementi per trasformare i pensieri in azioni. La sera, le piazze si riempivano e io prendevo energia da quegli incontri. Sentivo che il cambiamento era possibile, che la presa di coscienza dei diritti e dei doveri dei cittadini era possibile. In fondo gli esseri umani sono tali proprio perché capaci di combattere, insieme, per i diritti di tutti.

(pagina 22)

 


 

Ordine d’importanza

La Renault filava via lenta per quelle strade senza curve e squarciava immensi pascoli dove spuntavano mandrie di vacche in lontananza. Io avevo raccontato la mia vita a Hugo, adesso era arrivato il suo turno. Hugo era un sindacalista e stava andando a Neuquén a visitare un paio di aziende grafiche affiliate al suo sindacato, ma quando gli domandai qualcosa in più sul suo lavoro mi bloccò dicendo che voleva parlarmi soltanto delle sue passioni: il calcio, la famiglia e la carne alla brace. In quest’ordine di importanza.

(pagina 59)

 


 

Palla al balzo

Passeggiai a lungo per le vie tra il Campidoglio e Plaza Vieja fino a che conobbi una signora. Fu lei ad attaccare bottone chiedendomi se fossi argentino. Spesso lo spagnolo con un leggero accento italiano viene confuso per argentino. Io dissi di sì e colsi la palla al balzo. “Sono di Buenos Aires e sono venuto qui a studiare. Solo che non è ancora pronta la mia stanza al campus. Non è che potrebbe ospitarmi per qualche giorno? Posso contribuire a pagare alcune spese di casa”. Ci accordammo per l’equivalente di cinque dollari al giorno in cambio della colazione e di un materasso nel salotto di casa.

(Pagina 220)

 


 

Voglia di paternità

Ester non era la sola a stare bene, i suoi genitori sembravano circondati da un alone di immensa serenità. Più li osservavo e più mi veniva voglia di diventare padre. Non so se fosse un’aspirazione consapevole o soltanto un pretesto per viaggiare ancora, stavolta in tre!

(pagina 241)

 


 

Primo o quarto potere

I mezzi di comunicazione di massa, denominati “quarto potere” per la loro fondamentale funzione di controllo della politica, oggi sono diventati il primo potere e sono controllati dalla politica che dovrebbero controllare.

(Pagina 191)

 


 

Insonnia e ghigliottina

Il 30 gennaio 2014 persi del tutto il controllo. La sera prima Laura Boldrini, applicando la ghigliottina, aveva battezzato l’ennesimo regalo dello Stato alle banche private. Io quella notte non chiusi occhio per la rabbia.

(pagina 162)

 


 

Venditori di rose

Già espatriamo in direzione USA, Australia, Gran Bretagna, ma in futuro andremo noi a vendere le rose nei bar delle zone più ricche di Mumbai.

(pagina 78)

 


 

Spirito di adattamento

La grande forza e, allo stesso tempo, la grande debolezza dell’essere umano è il suo spirito di adattamento. L’uomo vive sui ghiacci e nei deserti, al mare e in montagna. L’uomo è carnivoro ma anche vegetariano, vegano, crudista. L’uomo si abitua al freddo, al caldo, al dolore, a malattie incurabili. L’uomo si abitua anche alla morte. Lo spirito di adattamento va di pari passo con quello di sopravvivenza, è più che logico.

(Pagina 157)

 


 

In Parlamento come in Guatemala

Quando entrammo non sapevamo nulla sul funzionamento della Camera e delle commissioni, nulla sull’iter legislativo, sui regolamenti interni, sul circo mediatico che in quel momento ci stava travolgendo. Nessuno di noi parlava la “lingua del Palazzo” come io, anni prima, non parlavo lo spagnolo quando entrai nella comunità guatemalteca.

(pagina 37)

 


 

La vita è strana

La mattina seguente andai all’ambasciata italiana. Spiegai la situazione e loro mi dissero che mi avrebbero fatto un prestito da restituire a Roma. E’ un servizio dell’ambasciata, non un favore che facevano a me. Mi feci dare cento euro e mi venne da ridere. Sarei tornato in Italia già indebitato con lo Stato! Una volta rientrato a Roma andai subito a estinguere il mio debito al ministero degli Affari esteri. Entrai alla Farnesina, percorsi un lungo corridoio fino ad arrivare all’ufficio predisposto, poi restituii i cento euro e andai via con una ricevuta. La volta successiva che misi piede in quel palazzo lo feci da vicepresidente della commissione Affari esteri della Camera dei deputati, invitato a un incontro con i membri dei governi dei principali Paesi africani. La vita è davvero strana!

(pagina 223)

 


 

Angeli con una sola ala

Ho sentito dire da qualche parte che gli esseri umani sono angeli con una sola ala, possono volare solo restando abbracciati. Ecco, noi possiamo salvarci dai soprusi e dalle ingiustizie restando abbracciati. Da soli non siamo nulla, solo soggetti pensanti obbligati, finché siamo in vita, perlomeno a riflettere sulle cose. Insieme siamo una forza.

(pagina 203)

 


 

Un grande italiano

Devo molto a Beppe, chiaramente, per essersi messo in gioco. Devo molto a Gianroberto per aver messo in discussione, con una tenacia quasi commovente, il pensiero dominante. Il suo porsi di traverso a un sistema corrotto e corrosivo non gli è stato perdonato, ma sono proprio le ferite che gli sono state inflitte, e ancor di più le cicatrici che ne scaturivano, ad averlo reso un grande italiano. Gianroberto credeva che le aziende dovessero appartenere anche a chi ci lavora. Gianroberto credeva che il reddito fosse un diritto.

(pagina 92)

 


 

Fratelli africani a casa loro

Oggi i fratelli africani cercano di riprendersi un pezzo di quella ricchezza che gli è stata sottratta salpando verso Lampedusa su barche della morte, della disperazione e dell’illegalità. I fratelli africani devono stare a casa loro perché quella è casa loro, ma non hanno alcuna speranza a casa loro perché a casa loro ci sono imprese europee e nordamericane che ungono le classi dirigenti locali per avere appalti e concessioni e continuare la depredazione dell’Africa, costringendo i cittadini africani a cercare nuovi spazi e nuove opportunità.

(pagina 78)

 


 

I poveri più poveri

Io la povertà l’ho vista, ma i più poveri che ho conosciuto sono quelli così poveri che hanno soltanto i soldi.

(pagina 79)

 


 

Lampadine rosse

Sulla casupola di lamiera che ospitava il timone penzolava un filo con attaccata una lampadina. La luce restava accesa ogni notte dal tramonto all’alba per evitare che i fortunati a poker scegliessero l’angolo più romantico di Cabo Pantoja, così si chiamava la barca, per andare a consumare levincite con la prostituta della nave.

(pagina 96)

 


 

Creditocrazia

Io lo chiamo creditocrazia, l’ultima evoluzione del capitalismo, l’ultima creazione del Dio mercato, l’avamposto delle ingiustizie perpetrate tecnicamente con il nostro consenso ma sostanzialmente a nostra insaputa. Nei regimi creditocratici il capitale è diventato solo un tramite per creare, attraverso il prestito, un debito, e lucrare sugli interessi. Qualsiasi cittadino indebitato sa di cosa parlo.

(pagina 202)

 


 

Amici del pianeta Terra

Io giro l’Italia nei fine settimana e investo tempo nel parlare con chi vive sulla sua pelle problemi reali. Non ho smesso di frequentare i miei amici storici, quelli che se vedono che ti stai montando la testa ci mettono un istante a farti tornare sul pianeta Terra. E ho scelto il M5S, non il PD, ho scelto una forza politica che ha tra le sue regole quella dei due mandati.

(pagina 146)

 


 

Modello felicità

Fino a che non arrivò anche nella loro comunità la televisione, con annesse novelas colombiane o messicane che mandavano quotidianamente vagonate di messaggi corrosivi, l’unico modello seguito dai contadini di Horizonte era il modello della felicità. Puntare al benessere, quello vero, era l’obiettivo di tutti. E il concetto di lavoro come valore non faceva minimamente parte della loro idea di benessere.

(pagina 79)

 


 

Empatia

L’empatia c’è chi ce l’ha per natura e chi capisce che per ottenerla deve uscire da sé. Viaggiare è uscire da se stessi. Vuoi comprendere il mondo? Mettiti in cammino! Io fin da ragazzo ho sempre sentito un’inquietudine dentro. Un’inquietudine sana che aiuta a tirarsi su dal divano e a spazzare via la polvere che l’abitudine fa depositare sulle gambe.

(pagina 14)

 


 

Il dolore divertente

Sul tetto del battello, dietro a una scialuppa di salvataggio con un enorme buco nello scafo, un gruppo di bambini giocava a carte. Chi perdeva era obbligato a lasciarsi calpestare il dorso delle mani dal vincitore ma, si sa, a quell’età è divertente anche il dolore.

(pagina 96)

 


 

Piedini di Ester

Prima di lasciare l’ostello diedi un bacio ai piedini di Ester sperando che un giorno le sarebbero scottati. Quella bimba probabilmente non ricorderà mai la luce della Patagonia, ma sono convinto che un po’ della polvere di quel meraviglioso viaggio non riuscirà mai a scrollarsela di dosso.

(pagina 245)

 


 

I demoni

Quattro anni fa, quando entrai in Parlamento, pensavo che avrei sfidato, finalmente, i miei nemici, i “demoni”, coloro che, lentamente, ci avevano spolpato di diritti e sovranità. Ma siamo sicuri che siano il Parlamento e i palazzi del governo i luoghi dove abitano questi demoni? Siamo sicuri che siano stati davvero i politici ad aver comprato decine di cacciabombardieri F35 invece di costruire asili nido? Siamo sicuri che in guerra in Afghanistan o Iraq ci siamo andati perché l’ha deciso il governo di turno?

(pagina 249)

 


 

Puzza di maiale nelle ossa

La puzza di maiale mi era entrata nelle ossa e chissà quando se ne sarebbe andata, un ginocchio mi faceva male per via di decine di notti passate in amaca, strane eruzioni cutanee mi facevano visita, e mi venne da ridere. Mi uscì fuori una risata piena, una di quelle che ti fanno strizzare gli occhi e ti fanno assomigliare a un cinese, una risata che non puoi contenere con il mento basso, devi tirar su la faccia e metterla a trenta gradi rispetto al cielo.

(pagina 103)

 


 

Puntualità è maleducazione

Zurigo alle 16.00 in punto l’autista mette la prima, chi c’è, c’è. A Milano alle 16.00 l’autista avverte: “Tra cinque minuti si parte” e parte alle 16.05. A Roma a un appuntamento si arriva dieci minuti dopo l’ora fissata: arrivare puntuali è maleducazione perché costringe gli altri a fare altrettanto. A Roma il bus parte alle 16.10. Più si va a sud e più i tempi si dilatano. Ma in alcuni luoghi del mondo i bus non partono a orari definiti, partono quando si riempiono!

(pagina 82)

 


 

Aprire gli occhi per non vedere

Dobbiamo aprire gli occhi. La Repubblica è piena di corrotti, di corruttori, di ominicchi, di collusi. È piena di mediocri. Lo sappiamo già e forse è anche inutile ricordarlo. Dobbiamo soltanto aprire gli occhi, perché basta aprire gli occhi per non vederli più. Basta alzare la testa per respirare libertà. E se un giorno la dovessimo abbassare mi auguro sia soltanto per controllare quanto ci scottano i piedi.

(pagina 253)

Di più su questi argomenti: