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Appunti di viaggio

Redazione

Dal 1992, defunta URSS, defunto Muro e, nel bel paese, non defunto PCI, è iniziato uno scontro feroce tra gli assetti di potere trasversali formatisi e consolidatisi nella prima repubblica all'ombra della “regoletta di Yalta”, come acutamente la chiama il Direttore, e nuovi pretendenti al potere stesso. Il gruppo dei pretendenti era formato da una parte dell’assetto precedente e, sostanzialmente, concretamente da un nuovo insieme di persone con cultura di sinistra o comunque non certamente liberale, che aveva in mano il vero, unico potere condizionante sulla politica: i magistrati delle procure. Quella di Milano si pose alla testa della nouvelle vogue con l’operazione acchiappa citrulli di “Mani pulite”. Furono gli anni del beota entusiasmo delle piazze e degli italiani per i magistrati che ripulivano la sentina putrida dei vizi italici. Come se le piazze e gli italiani, o se preferite i partiti e il sistema, non ne fossero tutte parti integrate e conniventi. Già, si sono scritti milioni di parole su quel periodo, mentre la spiegazione semplice e cinica e congrua sta solo in tre ”Integrati e conniventi”. Troppo semplice, analisi superficiale? La complessità è la madre di tutte le scappatoie e la base di tutti gli imbrogli. Il diavoletto sorride ironico e insinua: “Ti rendi conto che se la diagnosi è precisa, la prognosi è infausta?”. Considerato che nel 1994 avvenne un incidente di percorso che faceva ben sperare in un Italia diversa, subito avversata come una peste da tutti gli integrati e conniventi che hanno furiosamente riunito le schiere, e che dopo vent’anni di colpi bassi e proibiti e di teoremi giudiziari, pensano d’aver superato, è difficile dargli torto.

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