Minareti abusivi e centri fai-da-te

Il 27 gennaio il Comitato per l’Islam si è riunito al Viminale alla presenza di Maroni e di Mantovano. Nuove norme per le moschee illegali, libertà di culto ma nel pieno rispetto delle leggi italiane, trasparenza della contabilità, sermoni in italiano. Queste le principali indicazioni per porre un freno alla proliferazione dei “minareti abusivi”. Si tratta di un'opera di trasparenza che intende indurre a cessare la pratica di mascherare luoghi di culto dietro a quelle pseudo-moschee che si insediano in spazi formalmente destinati ad ospitare attività culturali, ricreative, sportive o commerciali. Pare che su 764 luoghi di culto per i musulmani, la gran parte sia costituita da magazzini e scantinati adibiti alla preghiera, mentre le moschee vere e proprie, costruite con cupole e minareto, sono solo tre, a Roma, Catania e Milano. In base ad un’altra stima, in Italia esistono 250 centri islamici “fai-da-te”, garage adibiti ad un altro scopo ancora e ben più grave perché illegale: alternativa agli asili per i bambini, usanza questa proveniente direttamente dal Marocco. In questo Paese per moltissimo tempo i bambini venivano “parcheggiati” in questi luoghi mascherati come sacri e con la funzione di asilo, dove venivano seguiti da Imam che ufficialmente insegnavano ma in realtà maltrattavano i bambini. Infatti, la cronaca ci racconta di tanti casi di maltrattamenti e di abusi su minori da parte di Imam non realmente riconosciuti come effettivi potenziali insegnanti del Corano, ma insegnanti “abusivi”. A oggi in Marocco pare che questa usanza stia morendo pian piano e che i garage vengano davvero sostituiti da ufficiali asili. Ma la pratica pare sia arrivata in Europa ed anche in Italia dove a maggior ragione occorre monitorare sempre più la situazione moschee e minareti abusivi, la cui proliferazione selvaggia senza controlli potrebbe addirittura rendere il nostro Paese lentamente una succursale dei Paesi nord-africani di culto islamico.