Unità e Risorgimento

L'unità tra gli Italiani esisteva già come unità culturale e linguistica,pur nella diversità, ancor prima del fenomeno politico che ha portato alla nascita dello Stato Italiano del quale si fece promotore il risorgimento, che fu una vera e propria rivoluzione culturale di pochi intellettuali, con l'obiettivo di modificare e snaturare l'identità di un Paese che esisteva già da circa un millennio. La nazionalità italiana si caratterizzava per la sua "dimensione multinazionale" come la definisce lo storico G. Galasso, grazie al fatto di essere formata da realtà politiche di secolare esistenza, settecento anni per il Regno di Napoli e di Sicilia, quattrocento e seicento per gli Stati del Centro e del Nord . Contrariamente a quanto i libri di scuola ci hanno propinato, il pluralismo politico e l'assenza del centralismo in questi Stati, ne hanno favorito la crescita culturale ed economica. Se l'Unità ,dunque, si rese necessaria (si plaudeva all'idea di formare Stati confederati) per problemi di convivenza tra gli Stati europei in età moderna, che pregiudicavano la reale sopravvivenza dei piccoli Stati, non furono altrettanto adeguate le modalità (si trattò di una vera e propria guerra di conquista e di usurpazione)che vide la maggioranza degli Italiani estranea al nuovo Stato ed alla sua ideologia; il Regno delle due Sicilie ridotto a Mezzogiorno dopo la sua espoliazione economica;un processo di degrado culturale politico ed economico che ha portato a grandi emigrazioni (e questo anche per gli Italiani del Nord)e alla nascita della criminalità organizzata. E.Galli della Loggia conferma quello che ormai è un punto di vista di non pochi intelletuali, che le modalità dell'unità d'Italia non siano state rispettose dell'identità popolare da Nord a Sud tanto da creare una frattura fra l'antica identità e la moderna identità nazionale,che a distanza di 150 anni sembra ancora così fragile.