Uno dei rendering di “Milano XL - la festa della creatività italiana” l'evento che inizierà il prossimo 26 settembre

"Milano XL", l'Italia fa festa (finalmente) alla sua creatività

Fabiana Giacomotti

Inizia la Fashion week e va in scena una filiera di bellezza, e ricchezza, unica al mondo

“Siamo la seconda potenza manifatturiera d’Europa, ma tendiamo a dimenticare che dietro alle mani, nelle mani stesse ci sono intelligenza, eleganza, cultura, e che tutte queste componenti vanno valorizzate portandole all’attenzione di tutti e trasformandole in leva strategica”, dice al Foglio Ivan Scalfarotto, sottosegretario al Commercio internazionale e attrazione investimenti, una qualifica che, anche questa, nessuno usa nella sua forma completa ma che molto spiega dell’attivismo ad ampio raggio di questo cinquantenne nei confronti della moda: il settore che più ha saputo dare forma e sostanza alla parola export e attrazione investimenti ma, per ragioni storiche ed etiche, quello meno capito e apprezzato dal paese. Per questo è nata “Milano XL - la festa della creatività italiana” (nome in codice “pippo”, che usammo mesi fa per darne notizia), un progetto di installazioni che accorpa tutti i settori della moda e dell’accessorio, dai tessuti agli occhiali, e che animerà le vie e le piazze della città da questo sabato al 26 settembre, in concomitanza con la settimana della moda.

 

Milano – si sa ma è buona norma ribadirlo – è con Firenze il centro propulsore di un sistema che genera 104 miliardi di euro all’anno, di cui 64 sui mercati esteri, impiega seicentomila persone e attiva una filiera di settantamila imprese “unica al mondo: creatività ce n’è anche altrove ma la filiera completa, dalla creazione del tessuto alla comunicazione dell’abito, è solo nostra”. La fashion week che apre il 20 settembre porta alla città dell’Expo, in ascesa costante anche nella percezione mondiale, un indotto di 50 milioni di euro e i ristoratori vorrebbero che durasse un paio di settimane: in quei giorni alla Torre di Pisa, storico indirizzo di americani e russi anche in epoche di gelo politico, Ettore Gallarello non fa nemmeno i turni, si mangiano costate quando ci si siede, in pratica anytime.

 

Senza dubbi, vorrebbe una fashion week quindicinale anche la Camera della Moda che soffre la concorrenza di Parigi, sempre più aggressiva sul fronte scenografico nonostante produca la quasi totalità della sua moda di alta gamma in Italia, e che dunque valuta con entusiasmo questa iniziativa congiunta di assist da parte di Mise, Ice, Confindustria e Altagamma. Nelle installazioni di “Milano XL” investono complessivamente 3,3 milioni di euro; l’Ice ne copre i due terzi: “Si tratta di un’operazione quasi più identitaria che promozionale”, dice ancora Scalfarotto: “Fino ad oggi, e nonostante l’evidenza del contrario, ci è mancata la fiducia nei nostri mezzi: adesso si volta pagina. E non solo per una settimana: Milano XL diventerà un appuntamento semestrale”.

 

Il primo tentativo coordinato delle istituzioni di convincere cittadini e nazione che la moda è tutto fuorché vanità prende la forma di sette allestimenti open air di molto charme curati da Davide Rampello con l’ideazione scenografica di Margherita Palli, in queste ore in via di rifinitura fra i gli scatti dei turisti in altrettanti luoghi suggestivi fra piazza Scala (una “biblioteca dei tessuti” sulla facciata del Palazzo della Cancelleria) e la piazza d’Armi del Castello Sforzesco (“il trionfo d’amore” per Spositalia, settore in grande sviluppo perché ci si sposa di meno, ma con grandi feste). Nelle intenzioni, dovrebbero permettere ai cittadini di sentirsi parte di un processo che vivono tuttora come estraneo ed esclusivo e che comunque, sotto sotto e a dispetto dei settecentomila che con gli stracci e i belletti mantengono la famiglia, trovano riprovevole. Vanitas vanitatum eccetera. Il cimento non è da poco: qualche millennio di riprovazione morale da parte della chiesa, istituzione di suo molto vanitosa e fino a Francesco amante delle pomposità che ufficialmente condanna, hanno lasciato un segno quasi indelebile. La politica vi ha messo fino a oggi del suo: prima di Matteo Renzi, nessun primo ministro si era mai seduto a una sfilata. Il 24 settembre, per la prima edizione dei Green Fashion Awards, gli oscar della moda sostenibile organizzati da Camera Moda con Livia Firth al Teatro alla Scala, è atteso Paolo Gentiloni. Il titolare del Mise Carlo Calenda ha già confermato. “Ci vuole un cambio di mentalità”. Per vincere, avere le carte giuste non basta. Bisogna avere la stoffa del vincente. In questo caso, circa ventimila metri.

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