Google creative commons
GranMilano
Tra Kounellis e Warhol, due crisi identitarie occidentali in mostra
L'esposizione alla Galleria Fumagalli offre insieme a un allestimento accurato anche un prezioso catalogo con testi critici e antologici. L'obiettivo è quello di recuperare uno statuto oggi sempre più difficile da trovare, quello dell’ascolto necessario e urgente, con cui recuperare una possibile memoria di noi stessi
In un momento di profonda crisi identitaria in cui l’Occidente fatica a riconoscere i propri stessi valori e vede messi in discussioni i propri confini si compie quasi in maniera emblematica una scissione tra Stati Uniti ed Europa. Una separazione non solo superficialmente politica, ma anche profondamente culturale e sociale. Alla confusione burocratica dell’Europa si oppone la squinternata e aggressiva politica trumpiana. Una presa di distanza dunque più americana che europea che sembra chiudere con il concetto stesso di Occidente e di democrazia liberale e inclusiva che ci aveva illusi negli anni Novanta di essere pressoché compiuta. Ha così non poca importanza e non poco valore l’idea di Annamaria Maggi di affiancare nella medesima esposizione due artisti considerati diametralmente opposti come Jannis Kounellis e Andy Warhol. La mostra “Kounellis | Warhol” negli spazi della Galleria Fumagalli di Milano (Via Bonaventura Cavalieri 6, fino al 26 maggio 2026) offre insieme a un allestimento accurato e originale anche un prezioso catalogo con testi critici e antologici su i due artisti (Cimorelli editore).
Da un lato Il Pireo e dall’altro la Pennsylvania, la fuga dalla Grecia dei colonnelli e l’esplosione degli Stati Uniti come principale potenza economica mondiale, la confusione di Roma dove Kounellis lavorerà pressoché tutta la vita e la scoperta di New York di cui Andy Warhol diverrà interprete e protagonista. Difficile trovare due figure così agli antipodi e così radicalmente lontane l’una dall’altra, eppure proprio nella messa in discussione del classicismo compiuta da Kounellis è possibile ritrovare anche la messa in discussione del pop elaborata da Andy Warhol e viceversa. La messa crisi con cui entrambi rivelano e inseguono nuovi e più esatti significati è frutto infatti di un’indagine comune che per Kounellis agisce sulla materia e per Warhol sulla superficie. I due artisti alimentano così uno scambio ideologicamente e geograficamente lontano, ma perfettamente simbiotico come rivelano nel loro affiancamento le due opere: “Senza titolo” di Kounellis del 2005 composta da ferro, capelli e lame e il famosissimo acrilico di Warhol (finito anche sulla copertina di “Gomorra” di Roberto Saviano), “Knives” dei primi anni Ottanta.
Restano evidenti le differenze, ma solo e soprattutto nella forma, mentre concettualmente si mostra un’affinità capace di raccontare un’epoca feroce e ancor di più fuori controllo, là dove le ideologie sono state sostituite da proclami usa e getta, privi di profondità, figli di una cultura pop, ma capaci di produrre un dolore e uno smarrimento tragico e dolente. Un disagio potente e per quanto glitterato anche profondamente epico. La mostra alla Galleria Fumagalli offre la possibilità così di recuperare uno statuto oggi sempre più difficile da trovare, quello dell’ascolto necessario e urgente, con cui recuperare una possibile memoria di noi stessi, Un'autoanalisi fondamentale per orientarsi in un caos che non viene da fuori, ma dal cuore di un Occidente mai così sconosciuto ai suoi stessi abitanti.