gran milano

Le molte diaspore centriste al lavoro per salvare il metodo Ursula. Gelmini e gli altri

Daniele Bonecchi

L'eterno moderato in fermento. La due giorni del Ppe a Roma, per ragionare sulla costruzione di un centrodestra europeo. Sabato a Milano convegno dei popolari di area riformista per evitare il naufragio della "maggioranza Ursula"

L’area dei moderati è in eterno fermento e mentre oggi e domani a Roma i vertici del Ppe (Forza Italia in testa) parteciperanno a una due giorni di studio – scelta che vuol essere propedeutica alla costruzione di quella maggioranza europea di centrodestra che sta tanto a cuore a Giorgia Meloni – a Milano (alle Stelline), sabato si daranno convegno i popolari di area riformista. Ci saranno Mariastella Gelmini (schierata con Carlo Calenda), Alessandro Alfieri (responsabile per le riforme della segreteria Schlein, ma assai vicino a Stefano Bonaccini e da sempre interlocutore attento dell’area moderata), suor Anna Monia Alfieri, attentissima al mondo delle scuole, Emma Fattorini, Carmine Pacente. Obiettivo rivitalizzare l’area (trasversale) dei popolari e cercare un comune denominatore per evitare il naufragio della “maggioranza Ursula” che ha governato il Parlamento europeo negli ultimi anni. Un cacciavite infilato negli ingranaggi del progetto meloniano di spostare l’asse della politica europea più a destra, ma un segnale forte anche all’area popolare ben presente nel centrodestra. Gelmini e Alfieri non perdono di vista la situazione italiana, dove – mentre nel Terzo polo prevale la pace armata – nel Pd i cattolici, i popolari e gli ex renziani che non digeriscono la segreteria  Schlein dopo la batosta delle amministrative guardano con preoccupazione alle europee.

  
“Azione prova ad uscire dalla gabbia del bipolarismo – spiega Mariastella Gelmini, braccio destro di Calenda – noi evitiamo il cerchiobottismo e le mediazioni al ribasso, lavoriamo per uscire dall’eterno conflitto destra-sinistra, due populismi che rischiano di portare il paese alla deriva. Rischio che con Elly Schlein si è decisamente accentuato”. “L’esperienza dei popolari – ragiona col Foglio l’ex ministro per le Riforme del governo Draghi – può essere utile per evitare il collasso, per uscire dallo scontro di giornata, per rilanciare un riformismo al servizio dei cittadini. Azione si candida a fare questo lavoro: popolari accanto a liberali e riformisti, con l’obiettivo di far emergere l’identità popolare – cuore del miglior europeismo – la cultura della sussidiarietà e la centralità della persona. Per far crescere europeismo e atlantismo, la centralità della persona che non può essere solo un insieme di diritti, ma, come parte di una comunità, ha anche dei doveri, per radicare una proposta politica opposta alla tecnocrazia”. Ma il popolarismo è ancora vivo nel tessuto politico italiano? “Mi ha colpito il manifesto di Don Sturzo affisso nella sede nazionale di Azione – spiega Gelmini – e poi il popolarismo è trasversale nei partiti, noi guardiamo al futuro e ci rivolgiamo in primo luogo ai cittadini, individuando le risposte utili, a partire dai nostri valori. In giro per la Lombardia e per l’Italia molti, a partire dagli amministratori, guardano ad Azione con interesse”. Si avvicinano le elezioni europee che saranno un punto di svolta per la politica italiana, “sul futuro dell’Europa cerchiamo di avere un pensiero solido e una base valoriale riconoscibile. Si può uscire dallo scontro bipolare alimentando il dialogo sui valori sulle scelte. La nostra Europa non è quella delle piccole patrie e dei nazionalismi ma guardiamo agli stati uniti d’Europa. Allargandone i confini, perché l’Ucraina è Europa, e anche i Balcani”, conclude Gelmini.

  
“Dobbiamo incominciare a dialogare, certo evitando le scorciatoie, per trovare terreni comuni, dove fare opposizione assieme”, chiarisce Alessandro Alfieri. “Su temi seri come la sanità pubblica, il lavoro, il Pnrr: sono molti gli ambiti su cui si può lavorare assieme, anche perché vanno superate le diffidenze. Altrimenti come costruiamo una alternativa a questa destra? E’ utile provare a confrontarci sul terreno comune”. E quello del popolarismo, proposto da Mariastella Gelmini, sembra essere proficuo. “C’è poi la partita delle europee da tenere d’occhio”, con la maggioranza Ursula che scricchiola. “Lo scontro decisivo potrebbe essere giocato all’interno della Cdu tedesca, perché una parte consistente lavora per mantenere in vita l’alleanza coi socialisti, mentre Manfred Weber è convinto di costruire un nuovo schema coi conservatori”. Sabato alle Stelline prove di dialogo lontano dai populismi, lontano dai post di giornata.
 

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