A cinque mesi dal via, il super bonus 110 per cento che dovrebbe fare da volano alla ripresa economica non è ancora decollato. E stavolta il Covid c’entra poco, o quantomeno non è determinante in questa impasse di cui il settore edilizio non ha proprio bisogno. Il provvedimento che, lo ricordiamo, prevede la detrazione fiscale del 110 per cento delle spese sostenute per gli interventi che migliorano l’efficienza energetica degli edifici e che riducono il rischio sismico è frenato dai limiti della normativa che, spiegano le associazioni del settore, presenta non pochi punti migliorabili: “C’è un buco normativo ad esempio su box e villette – afferma il segretario generale di Assoedilizia Cesare Rosselli – cui si aggiunge una questione di carattere finanziario, ovvero occorre un interlocutore che anticipi o produca il finanziamento. Faccio un esempio, per una casa anni 50, di 5 o 6 piani, che deve recuperare due classi energetiche attraverso due interventi al cappotto e alla caldaia, occorre una spesa di 4-500 mila euro: se prendo un finanziamento ho un interesse da pagare del 6,2 per cento che fa venire meno il vantaggio del bonus”.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE