Contro Mastro Ciliegia

Il disastro Rai è che è diventata “La Bustarella”

Maurizio Crippa

La vicenda di Detto Fatto fa venire in mente i peggiori programmi trash di cinquant'anni fa. Ma questa è la televisione pubblica. Nel 2020 

Il 25 novembre, okay. Tutti con la virgola di rossa persino sui giornali, okay. Tutti ad agitarsi per bloccare l’intervista della Leosini a quel delinquente, proprio in vista del 25 novembre, okay. Non è per ripetersi e tanto meno per vantarsi, però vi avevamo avvertiti: il vero problema della Rai, tv del canone, non è tanto il tasso di correttezza su questo o quel grave tema. E’ che non ha più un’idea o una linea editoriale. E forse nemmeno un funzionario che sbirci, con l’occhio a mezz’asta, quel che va in onda.

 

Altrimenti non avrebbe potuto accadere quel disastro totale del buon senso, e solo in subordine del buon gusto, ovvero il “tutorial” che il programma “Detto Fatto” di Rai Due ha mandato in onda. Quello per spiegare come si fa la spesa “sexy” al supermercato. Ci diranno la conduttrice e gli autori, se non lo hanno già fatto, che era ironico e autoironico. E questo è anche peggio, significa la totale incapacità di fare ironia e autoironia. Essendo nato prima delle tv di Berlusconi, mi sono tornati in mente mitici antesignani del trash che si chiamavano “la Bustarella” o “Il pomofiore”. Ma quella era la tv degli uomini primitivi di cinquant’anni fa. Questa è la televisione pubblica, il 25 novembre 2020.

 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"