
Il foglio review
La copertina del Foglio Review raccontata da Mario Damiano
L'illustratore che l'ha disegnata ci parla di "No foto, grazie!", la cover del nuovo numero del magazine del Foglio, in edicola da sabato 27 settembre
La copertina del Foglio Review di questo mese racconta di manipolazione maschile dell’immagine e del corpo delle donne. Un tema delicato, tradotto in immagini con lo stile deciso e dai netti contratti di Mario Damiano, illustratore napoletano che ci ha raccontato qui il suo lavoro.
Qual è stato il processo creativo che l’ha portata a illustrare la cover del Foglio Review, “No foto, grazie!”?
La prima intuizione è stata quella di posizionare la donna di spalle, poiché è proprio in questo modo che avviene, letteralmente, il tentativo di controllo e di manipolazione da parte dell’uomo, subdolamente, all’insaputa e in modo meschino. Successivamente ho riflettuto su come rappresentare la presenza maschile e, tentativo dopo tentativo, mi sono orientato sempre più verso immagini intangibili, immateriali e camuffate, fino a giungere alla soluzione dell’ombra delle due mani. Un’ombra che si confonde tra le pieghe del corpo: mani bramose, quasi a simulare la forma di un reggiseno, intromesse nella totale intimità. La figura femminile, infine, volevo che esprimesse un atteggiamento di rivolta, capace di scovare la presenza celata sulla sua schiena. Cercavo una donna ribelle, accigliata, pronta a scacciare ciò che la opprime.
Come ha approcciato – da una prospettiva maschile - un tema così delicato come quello della manipolazione degli uomini ai danni delle donne?
Ho cercato di approcciarmi con sensibilità, immedesimandomi nella donna e provando a comprenderne la posizione. D’altra parte, ho apprezzato la scelta del giornale di affidare questa copertina a un uomo: per me è stata un’occasione per riflettere su quegli atteggiamenti maschili, di matrice culturale e educativa, che ripudio.
Si è immaginato una storia che coinvolge la donna ritratta in copertina? Un prima o un dopo di quel momento fermato nella sua illustrazione…
Non si tratta di una storia. Forse, complice la mia visione pittorica del mio fare illustrazione, per me la copertina è come un quadro, dove il prima e il dopo della scena rappresentata sono molto ravvicinati. Non a caso, come primo riferimento mi sono ispirato alla Bagnante di Valpinçon di Ingres, a mio parere, una delle posture chiastiche più belle della storia dell’arte.
Dal punto di vista visivo, la sua copertina restituisce un’immagine forte e dai contrasti netti. Come ha lavorato dal punto di vista compositivo e cromatico?
Era importante sostenere la tensione della figura femminile con colori vivaci e contrastanti. Il rosso rimanda a una dimensione più intima, calda e passionale, mentre l’ocra chiaro del corpo mi è servito a farla emergere dallo sfondo e a concentrare l’attenzione sul gioco chiaroscurale delle mani poste dietro la schiena. È stato stimolante, infine, provare a rompere la terza dimensione andando a coprire piccole porzioni della testata.