Il Foglio Review

La copertina del Foglio Review raccontata da Elisa Menini

Gaia Montanaro

L'illustratrice che l'ha disegnata ci presenta "Spazio", la cover del nuovo numero del magazine del Foglio, in edicola da sabato 29 aprile

È lo spazio il protagonista assoluto della nuova cover del Foglio Review. A illustrarla è Elisa Menini, autrice romagnola di storie a fumetti e appassionata di cultura ed estetica nipponica. Spazio inteso come distanza tra le persone, come occasione per comunicare o come opportunità per esprimere sé. Uno spazio che entra spesso in rapporto con la tecnologia e con essa dialoga, in modo a tratti sorprendente.

 

Abbiamo chiesto a Elisa Menini di raccontarci il lavoro che sta dietro la cover della Review dal titolo “Spazio”, del suo modo di concepirlo e di come ha scelto di riempirlo.

  

Qual è stato il processo creativo che l’ha portata a illustrare la cover del Foglio Review, “Spazio”?

Inizialmente la mia idea era puntata sulla dimensione spaziale vera e propria, con gli elementi tipici delle perlustrazioni nell'universo, ma dopo un breve giro di bozze abbiamo optato per una concezione che puntasse lo sguardo sull'uomo e su quello che oggi vive maggiormente in termini di “spazio”: da qui l'idea di rappresentare il mondo del virtuale, con la tecnologia che ci immerge in contesti completamente diversi pur rimanendo, il più delle volte, fisicamente immobili.

 

Come ha scelto di declinare visivamente le diverse concezioni del concetto di spazio? E che accezione ha per lei lo spazio?

La città è rappresentata come un enorme ammasso di ledwall, a richiamare spesso quello che si trova online: banner, pop-up, pubblicità sulle home e così via. Il parallelismo con il web mi è sembrato inevitabile, le città sono sempre più trafficate, caotiche, e nel web si rispecchia un po' questo nostro nuovo modo di viverle, e viceversa. Vivendo in una realtà provinciale ho un po' idealizzato la città, per me si traduce in luci e suoni continui. Il mio concetto di spazio mi porta dentro di me e non fuori: pur essendo molto legata al mio ambiente riesco a definire spazio qualsiasi luogo dove ritrovo la mia calma e tranquillità.

 

Data la sua radicata sperienza nel mondo del fumetto e delle storie, ha immaginato anche solo per qualcuno dei personaggi in copertina una narrazione che li coinvolge, un prima e/o un dopo del momento rappresentato nella cover?

Sarebbe stato divertente far interagire più tra loro i personaggi ma mi sono soffermata principalmente sulla ragazza che porta a spasso il cane: l'ho voluta rappresentare in un momento di impasse, il cane la strattona ma lei ha ricevuto una strana notifica sul telefono e non sa come reagire. Da qui possono nascere infinite storie, magari il runner dietro ha creato un'interferenza con le cuffie bluetooth e ha condiviso accidentalmente la sua musica con lei.

 

La sua passione per il mondo del fumetto giapponese e più in generale per il folklore nipponico appare in alcuni dettagli della cover. Quali sono le suggestioni orientali che ha inserito nella sua illustrazione?

Quando il tema mi è stato proposto, nel concept c'era anche l'idea di raccontare una tecnologia che diverte le persone e mi è subito venuto in mente il tormentone di qualche anno fa: Pokèmon Go. Diventato irresistibile per molte persone che conosco, è stato per qualche settimana un vero e proprio trend che ha unito nella caccia virtuale diversissime età anagrafiche: questo è il potere della soft revolution giapponese che conquista lentamente ma inesorabilmente. Il Pikachu che corre in copertina è un omaggio a questo!

 

Trae ispirazioni da elementi del quotidiano per i suoi lavori? E quali sono i riferimenti artistici a cui guarda?

Nelle movenze e nelle caratteristiche dei miei personaggi, sempre. Il quotidiano lo ritrovo principalmente nei gesti, più semplici e immediati da raffigurare…mentre per i riferimenti artistici, dipende tanto dal tipo di lavoro che devo svolgere ma senza ombra di dubbio le avanguardie europee del Novecento e l'arte giapponese, dalle ukiyo-e alla grafica anni Venti, sono tra le mie principali fonti di ispirazione.

 

 

 

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