Festa dell'ottimismo

Lollobrigida: "Esistono dazi giusti, ma quelli di Trump all'Ue sono sbagliati"

Il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare: "Sono europesista, ma in questi anni l'Europa ha mostrato tutti i suoi limiti"

“Su San Francesco patrono d’Italia si è voluto dare un segnale. Il Parlamento ha votato con larga maggioranza, e mi attengo al rispetto delle decisioni che ha assunto”, premette il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, intervistato alla Festa dell'Ottimismo del Foglio. Poi il discorso si allarga al cuore dell'attività del suo ministero.  “L’agricoltura — spiega  Lollobrigida — è stata il perno dei trattati di Roma del ’57, nata per garantire sicurezza alimentare e tutela dell’ambiente. È un investimento dell’Europa sulla propria sovranità”. Il ministro rivendica il primato italiano: “Il nostro è il governo che ha investito di più nella storia repubblicana. L’agricoltore è il custode del territorio e la politica agricola comune resta il modello più utile di sviluppo sostenibile”.

Sul futuro dell’Unione, invita a “riportare al centro i veri interessi europei: politiche industriali e agricole”. E precisa: “Io sono fortemente europeista, ma non a favore di un’Unione che ha mostrato tutti i suoi limiti nella politica estera, nella difesa e nell’immigrazione. Serve tornare allo spirito dei padri fondatori, che volevano pace e prosperità tra i popoli, non una tecnocrazia che piega la sovranità delle nazioni”. "L'Europa deve riportare al centro i suoi temi primari, a partire dall'agricoltura. Io sono fortemente europeista ma questo non significa essere a favore di un'Europa che ha mostrato in questi anni tutti i suoi limiti", ha aggiunto il titolare dell'Agricoltura.

Sul tema caldo dei dazi, il ministro distingue: “Esistono dazi giusti e dazi sbagliati. Quelli tra economie democratiche sono sbagliati, ma servono quando riequilibrano dumping ambientale o sociale. Se non lo fai, desertifichi il tuo sistema produttivo”. Tuttavia, rassicura: “L’agroalimentare italiano tiene: tocchiamo record storici di export e siamo primi in Europa per valore aggiunto, 42,5 miliardi. Il Parmigiano Reggiano ne è un esempio: la qualità paga, anche per il produttore”.

Infine, un monito sulla sicurezza tecnologica: “Chi detiene i semi detiene il potere. Il cibo è diventato un’arma. Per questo l’Italia deve proteggere il proprio patrimonio genetico e investire nella ricerca. È una questione di libertà e sovranità”.

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