Festa dell'ottimismo
Bernini: "Qualsiasi forma di manifestazione del pensiero che diventa violenta è un reato"
La ministra dell'Università: "Un conto è contestare le scelte politiche, un altro è insultare. E' sbagliato dichiarare guerra alle università israeliane: una cosa sono i popoli, un'altra le istituzioni"
"Noi non abbiamo mai compresso la libera manifestazione del pensiero. Abbiamo lasciato che dentro e fuori le univeristà si manifestasse qualsiasi forma di pensiero, anche la più dirompente. Ma c'è un limite: il diritto degli altri", dice la ministra dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini intervistata da Maurizio Crippa alla Festa del Foglio a Firenze. "C'è una categoria di pensiero, tipico della cultura americana, che è il diritto all'odio, ma loro non intendono l'odio concreto, ma proprio il diritto di odiare: non posso avallare il diritto all'odio nell'università. il primo diritto che devo tutelare è il diritto allo studio e al lavoro di chi accede nelle università".
Bernini ricorda quando si era recata all'Università di Siena per far visita a otto studenti palestinesi arrivati in Italia tramite il corridoio umanitario attivato dalla Giordania. Ma si è ritrovata nel pieno delle contestazioni dei collettivi pro Pal. "Al rettorato c'era un gruppo di studenti che mi aspettava. Io ero con alcuni studenti palestinesi e i pro Pal non mi hanno contestato per le scelte politiche, ma con offese. Se mi insultano non siamo più nella contestazione. Ma è un problema che rimbalza anche sugli studenti palestinesi. Qualsiasi forma di manifestazione del pensiero che diventa violenta è un reato, dentro e fuori le università".
Riguardo le interruzioni dei rapporti di collaborazione con altre università, la ministra ammette che la decisione rientra nell'ambito della propria autonomia "ma è assolutamente sbagliato che le università italiane dichiarino guerra a quelle israliane. Una cosa sono i popoli, un'altra le istituzioni accademiche e artistiche". In Israele, le università sono state le prime a scendere in piazza contro il governo Netanyahu, ma dobbiamo costruire dei ponti, questo è il ruolo dell'università, non dichiarare guerra. Comprendo i giovani che forse non hanno studiato abbastanza, ma non comprendo i docenti". A proposito della situazione nella Striscia la ministra ricorda che "vogliamo aprire un'università a Gaza se questo processo di pace continuerà".
C'è poi il grande tema dell'intelligenza artificiale: "Come tutti gli strumenti non è buono o cattivo in sé, ma in base a come la usi. E' a nostro vantaggio che dobbiamo usarla, dobbiamo accompagnarla". Sul diritto allo studio Bernini dice che "abbiamo raggiunto le oltre 60 mila domande per i posti letti: sul diritto allo studio non esiste il colore politico: per uno studente la residenza è tutto".