Festa dell'ottimismo

Amato: "Bene l'accordo di pace, ma la strada per lo stato della Palestina è bloccata"

L'ex premier interviene all'evento del Foglio a Firenze, riconosce il valore delle mobilitazioni per Gaza e auspica che la causa di Israele torni nel cuore della sinistra

Il fatto che il governo di Israele non libererà il leader politico palestinese Marwan Barghuthi è il segnale che la strada per la costruzione dello Stato della Palestina “è bloccata”. Lo ha affermato l’ex premier Giuliano Amato nel suo intervento alla Festa del Foglio a Firenze, in cui si è comunque detto sollevato per l’accordo raggiunto tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco.

"L'accordo per il momento ci consente di vedere questi poveretti che ritornano a Gaza e che trovano macerie, ma tornano a casa loro, e anche di poter attendere che gli ostaggi vengano restituiti”. La strada per il dopo è aperta, ma bisogna assistere con speranza e restando vigili. “Ho sempre pensato – ha osservato Amato -  che i palestinesi sarebbero in grado di farsi valere in modo fisiologico e virtuoso se Barghuthi riuscisse ad assumerne la leadership. Perché è lontano da Hamas e ha carisma che altri non hanno, potrebbe portarsi dietro i palestinesi. Il fatto che Israele non lo abbia incluso tra i liberabili mi preoccupa. Mi sembra che stia prevalendo la tesi che lo Stato palestinese non si farà mai. Su questa preclusione la strada del futuro risulta bloccata”.

Sulla diffusione dell’antisemitismo, Amato ha osservato che se c’è qualcuno che sta facendo male al mondo ebraico è proprio il capo del governo di Israele, Netanyahu, ma sulle posizioni espresse dalla relatrice dell’Onu, Francesca Albanese, ha detto di non spiegarsi come mai dica cose così “infami” (il riferimento soprattutto alle parole sulla senatrice Liliana Segre) e “continui a circolare”. E’ indubbio, infine, che la mobilitazione delle piazze pro Pal abbia giocato un ruolo anche se Amato auspica che  la causa di Israele torni nel cuore della sinistra (più facile che questo accada senza la presenza di Netanyahu, ha rimarcato). E il banco di prova per testare quanto sia sincero il sentimento delle piazze potrebbe essere vicino: "Mi auguro – ha detto - che quando verranno liberati gli ostaggi israeliani qualcuno vada a manifestare un po’ di gioia in modo che ogni tanto si manifesti per e non contro”

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