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La Situa
La vera sfida per il centrodestra sulla riforma della giustizia
Riuscirà il centrodestra, che pure aveva la riforma della giustizia nel suo programma, a tenere un profilo basso, parlando di merito, e non trasformando una riforma che di destra non è in una bandiera della destra?
C'è un dato sorprendente, e inaspettato, che riguarda l'iter della riforma costituzionale. Parliamo naturalmente della riforma della Giustizia, della separazione delle carriere, del sorteggio del Csm, della alta corte disciplinare, e quel dato riguarda la presenza non scontata di un gruppo nutrito di esponenti del mondo progressista che di fronte all'iter referendario, con coraggio, hanno detto di no: questa non è una riforma di destra. Lo ha detto Antonio Di Pietro, lo ha detto Augusto Barbera, ex presidente della Corte Costituzionale, lo ha detto Giovanni Maria Flick, altro presidente della Corte Costituzionale, lo ha detto Sabino Cassese, lo hanno detto esponenti riformisti del Pd. Il corpaccione politico del campo largo voterà No al referendum costituzionale, lo ha già detto, anche la minoranza. Ma la presenza di un fronte ampio di esponenti politici e istituzionali non ostili alla riforma, e non vicini alla destra, testimonia l'esistenza di un'opportunità notevole per il centrodestra: dividere la coalizione avversaria attraverso lo strumento del garantismo e cercare di avvicinare un pezzo dell'elettorato in cerca d'autore al proprio mondo d'appartenenza. Scommessa difficile, non impossibile, che dipende a sua volta da un fattore non scontato: riuscirà il centrodestra, che pure aveva la riforma della giustizia nel suo programma, a tenere un profilo basso, parlando di merito, e non trasformando una riforma che di destra non è in una bandiera della destra? È una sfida che riguarda la riforma, ovviamente, ma è una sfida che riguarda l'identità della coalizione dei conservatori: di fronte a una sinistra in difficoltà esistenziale, la priorità sarà portare a votare i propri elettori o la priorità sarà provare ad allargare il bacino, immaginando che il perimetro più grande creato al referendum possa ripetersi magari alle elezioni? Chissà.
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