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Ranucci fa litigare l'Anm: “Ma chi l'ha invitato?”. Lo zampino di Md

Ermes Antonucci

Altro che ovazione. Il presidente del sindacato delle toghe Parodi si è lamentato con i colleghi dicendo che la giunta non è stata in alcun modo informata dell’invito a Ranucci all'assemblea generale. Il giornalista è stato “imbucato” da Magistratura democratica

Dietro alle immagini dell’ovazione dedicata sabato scorso dall’assemblea dell’Associazione nazionale magistrati a Sigfrido Ranucci e al suo discorso contro la riforma della separazione delle carriere si cela un retroscena piuttosto singolare: alla riunione dei vertici dell’Anm che si è tenuta il giorno seguente, cioè domenica, il presidente dell’Anm Cesare Parodi si è infatti lamentato con i colleghi dicendo che la giunta non era stata in alcun modo informata dell’invito a Ranucci, e quindi neanche della previsione del suo breve discorso. “Sono spiaciuto non dell’intervento in sé ma del fatto che questo intervento non è stato, nonostante le lunghe discussioni che ci sono state, minimamente concordato o quantomeno preannunciato ieri a chi era presente, come me”, ha detto Parodi alla riunione del comitato direttivo centrale dell’Anm. “Credo che neanche Rocco lo sapesse – ha aggiunto, riferendosi a Rocco Maruotti, segretario generale del sindacato togato – e questo non va bene”.

 

E’ seguito un battibecco molto acceso tra Parodi e Paola Cervo, componente della giunta che sabato ha presieduto e gestito i lavori dell’assemblea generale. “L’intervento del presidente Parodi mi lascia esterrefatta, perché se noi da una parte stiamo dicendo che i nostri ospiti sono benvenuti, che ci vogliamo aprire alla società civile, trovo straordinario che i nostri invitati debbano avere il nostro visto di censura su quello che diranno da noi. Non è pensabile questo”, ha detto Cervo. Immediata la reazione di Parodi, che tra gli schiamazzi generali si è alzato e ha puntato il dito contro Cervo: “Io non ho parlato di quello che ha detto Ranucci. Ho detto che bisognava sapere prima che  avrebbe parlato”. 

 

Insomma dietro l’acclamazione dell’ospite d’onore, che ha permesso all’assemblea dell’Anm di guadagnarsi una rilevante attenzione mediatica, si nasconde un vero “caso” all’interno del sindacato delle toghe. Non è infatti normale che il presidente dell’Anm dica di non essere stato minimamente informato dell’invito rivolto a Ranucci dalla propria associazione. Non è solo una questione di metodo, ma di sostanza, di strategia: Parodi si è detto convinto che, per provare a vincere il referendum, l’Anm dovrà parlare dei contenuti della riforma costituzionale e soprattutto provare a convincere la parte moderata dell’opinione pubblica a votare contro. Ed è evidente che Ranucci, al di là dell’ovvia solidarietà rivolta da ogni parte nei suoi confronti per l’attentato subìto, rappresenta un volto chiaramente antigovernativo. 

 

E’ così nato un piccolo giallo su chi abbia formalmente invitato il giornalista di Report all’assemblea dei magistrati, senza comunicarlo alla giunta. Secondo quanto ricostruito dal Foglio, a farlo è stata la corrente di sinistra di Magistratura democratica. Diverse toghe indicano il regista in Stefano Celli, vicesegretario generale dell’Anm. Insomma, Ranucci è stato “imbucato” all’assemblea dell’Anm da Md. 

 

Questo episodio ha irritato, e non poco, gli esponenti della corrente moderata di Magistratura indipendente (di cui fa parte Parodi), tanto che nelle chat interne diversi magistrati sono arrivati a preannunciare addirittura una richiesta di dimissioni della giunta o perlomeno di Celli. 

 

Anche dentro a Mi, però, si è creato un piccolo caso. Diversi componenti del gruppo non hanno apprezzato il comportamento della presidente della corrente moderata, Loredana Miccichè. Anche quest’ultima infatti, subito dopo l’intervento di Ranucci, nelle chat interne avrebbe espresso tutta la sua indignazione per la “sorpresa” realizzata da Md, ma quando nel pomeriggio è stata chiamata a intervenire in assemblea generale ha evitato di fare qualsiasi riferimento alla vicenda, e anzi si è prodigata in una celebrazione dell’unità tra le correnti. Al comitato direttivo centrale del giorno seguente, inoltre, la preannunciata indignazione non ha portato a nessuna iniziativa da parte di Mi. Insomma, dietro il velo della coesione, tra le toghe si nascono profondi strappi. 
 

  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto "I dannati della gogna" (Liberilibri, 2021) e "La repubblica giudiziaria" (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]