
il caso
La storia dell'ex sindaco di Norcia, colpevole del “reato di agire” dopo il sisma del 2016
Dopo nove anni si può trarre un bilancio: la città di Norcia non è morta, anzi, è ora definitivamente pronta al rilancio. A essere ammazzata è stata la carriera politica dell'allora sindaco Alemanno, colpevole di aver preso in fretta decisioni per aiutare la popolazione
Nicola Alemanno, sindaco di Norcia per dieci anni (2014-2024), è stato assolto nei giorni scorsi dalle accuse di corruzione e peculato in uno dei numerosi procedimenti penali che gli sono piombati addosso dopo il terribile terremoto che il 24 agosto 2016 devastò il centro Italia, uccidendo trecento persone e riducendo in rovine interi comuni. L’epicentro del sisma venne individuato proprio a pochi chilometri da Norcia. Sono ancora impresse nella memoria collettiva le immagini del crollo in diretta della basilica di San Benedetto, gioiello e simbolo del capoluogo umbro. La colpa di Alemanno è quella di aver preso in fretta decisioni per aiutare la popolazione ed evitare che la città si svuotasse (in altre parole morisse), come era accaduto in precedenza in altre città colpite da simili calamità. Dopo nove anni si può trarre un bilancio: la città di Norcia non è morta, anzi, è ora definitivamente pronta al rilancio; a essere ammazzata è stata la carriera politica di Alemanno.
La procura di Spoleto è arrivata ad accusare Alemanno di corruzione e peculato per aver autorizzato, nei giorni successivi al terremoto del 2016, l’installazione di un prefabbricato a Norcia destinato a ospitare la filiale della Banca di credito cooperativo di Spello e Bettona. All’allora primo cittadino venne contestata anche l’aggiudicazione in favore dello stesso istituto di credito del servizio di tesoreria del comune di Norcia. Alemanno è stato assolto da ogni accusa perché il fatto non sussiste, insieme ad altri tre imputati. La procura aveva chiesto una condanna a quattro anni e nove mesi. “I piccoli istituti bancari di carattere locale avevano svolto un ruolo cruciale nella fase di ricostruzione della città di Norcia dopo il precedente terremoto del 1979”, racconta Alemanno al Foglio. “Nei giorni successivi al sisma dell’agosto 2016 autorizzai la Banca di credito cooperativo di Spello e Bettona a installare a proprie spese un prefabbricato di fronte al locale che avevano affittato con l’intenzione di aprire una seconda sede in città. Li autorizzai in attesa di comprendere come muoverci, altrimenti se ne sarebbero andati e per la comunità sarebbe stato un messaggio devastante”, spiega l’ex primo cittadino di Norcia. Quanto alla seconda accusa, sottolinea Alemanno, “è sufficiente notare che non ci fu nessun affidamento diretto. Venne svolta una regolare gara che venne vinta dall’istituto di credito”.
Tutto bene quel che finisce bene? Non proprio. Intanto perché sono trascorsi nove anni per arrivare a una sentenza di primo grado, un’eternità. E poi perché la voglia di “fare” è costata ad Alemanno altri procedimenti penali. Uno riguarda la realizzazione di un centro polivalente, completamente smontabile, disegnato da Stefano Boeri. L’architetto è stato assolto “perché il fatto non sussiste” in rito abbreviato. Nel 2023 stessa sorte è toccata ad Alemanno, assolto dall’accusa di falso: aveva sostenuto che la struttura fosse temporanea e, come hanno riconosciuto i giudici, tale è, visto che ha le caratteristiche necessarie a poter essere spostata o rimossa.
Non è stata invece riconosciuta come “temporanea”, bensì come “permanente”, la struttura in legno di cui Alemanno autorizzò la realizzazione dopo il terremoto per la Pro loco locale. “Una casetta di quaranta metri quadri con funzione di Infopoint, con l’obiettivo di mantenere l’unità del tessuto sociale di Norcia che era appena stata devastata dal sisma”, spiega Alemanno. Il fatto che quella struttura in legno, smontabile, sia stata poggiata su fondamenta in calcestruzzo è costato ad Alemanno un’accusa di abuso d’ufficio, dalla quale è stato assolto, e una per falso, per la quale è invece stato condannato in via definitiva lo scorso agosto a otto mesi (pena sospesa). Pochi giorni fa, in conseguenza della sentenza, Alemanno è stato dichiarato decaduto dalla carica di consigliere comunale.
Colpevole del “reato di agire”, imperdonabile nell’Italia della burocrazia asfissiante e della paura della firma. Tutto ciò mentre Norcia si prepara a inaugurare il 30 ottobre la basilica, e a riaprire altri edifici simbolo della vita politica e cittadina, come il palazzo del comune. Mentre altre città del cratere sismico sono ancora molto lontane nella ricostruzione. “Mi sono messo a disposizione della comunità, ma questo era ciò che andava fatto”, dice Alemanno. “Temo, purtroppo, che le mie disavventure giudiziarie spingeranno i miei colleghi nelle prossime emergenze a essere molto più prudenti di quanto non lo sia stato io”. Cioè a non agire.