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Editoriali
Gratteri diventa il frontman dell'Anm contro la separazione delle carriere
Il procuratore di Napoli viene scelto dall'Associazione nazionale magistrati per sostenere il no alla riforma Nordio. Il vero accumulatore di carriere è lui
La prima pagina del Dubbio di ieri aveva un titolo e un argomento curioso, e gustoso, per chi sia preoccupato del pessimo meccanismo mediatico che polarizza da decenni il rapporto tra i poteri della politica e quello della magistratura: “L’Anm arruola Gratteri – Sarà lui il frontman per il no alla separazione delle carriere”. Il procuratore di Napoli, figura mediaticamente arcinota fin dai tempi delle indagini, non tutte coronate dal successo, in Calabria, è notoriamente contrario a praticamente ogni virgola della riforma Nordio. Di recente ha detto in un’intervista che per un magistrato dover impiegare “tutto il suo tempo” per “sequestrare tre volte la memoria dello stesso cellulare” è una scocciatura, così come “perdere tempo appresso a meri orpelli procedurali”. Che è come dire che le norme di garanzia sono un intralcio.
Ma è soprattutto contrario alla divisione delle carriere. E secondo l’interpretazione del Dubbio, anche se nell’Anm non tutti sono sulle sue posizioni, si ragiona però che in una battaglia che si farà campale contro il governo è “meglio averlo che non averlo”. Non si tratta ovviamente dell’ingaggio a contratto di un testimonial pubblicitario, ma l’associazione è compatta a ritenere che potrà essere tra i più incisivi oppositori della riforma Nordio. Le opinioni di ognuno, comparsi i magistrati, sono ovviamente lecite e garantite. In un paese “normale”, D’Alema dixit, e negli altri paesi di democrazia liberale, i magistrati fanno però i magistrati. Gratteri, così contrario alla separazione delle carriere, è invece uno specialista dell’accumulo delle carriere: le sue. Non solo magistrato, non solo scrittore e divulgatore festivaliero e televisivo di libri che spesso intrecciano il suo stesso lavoro di magistrato, ma addirittura da settembre protagonista di un programma di La7, “Lezioni di Mafie”. Troppe parti in commedia? Del resto l’Anm, anche con altri magistrati star, da tempo è impegnata in una campagna mediatica permanente. La fanfara mediatica c’è già, ci mancavano solo i frontman.