editoriali
Cautela sulla custodia cautelare
Approvato un odg di Costa sul “pericolo di reiterazione” di incensurati
Gli unici a scalmanarsi con la bava alla bocca sono stati i manettari del Fatto, ancor prima che il fatto si verificasse: “Non si fermano più - Niente carcere per i colletti bianchi ancora incensurati”, in prima pagina, dove a far rabbrividire è quell’“ancora” di sapore davighiano. (Per Repubblica si tratta di “un altro tassello ‘contro’ la custodia cautelare”, “approfittando” del dl Nordio. Manca solo il favore delle tenebre). E dopo l’approvazione dell’ogd dell’onorevole Enrico Costa il titolo è diventato “Casta alla riscossa dopo il caso Toti”. Tanto furore fa persino ridere, se non nascondesse tragedie. E soprattutto se si tiene conto che l’ordine del giorno votato ieri alla Camera ha un significato più che altro simbolico: la strada del garantismo, per evitare altri orrori alla Toti, resta lunga. Ma bene ha fatto il deputato di Azione a proporre e ottenere l’approvazione di un odg relativo al decreto Carceri, contro gli abusi della custodia cautelare.
La proposta riguarda la possibilità di valutare la misura cautelare per pericolo di reiterazione nei confronti di incensurati solo in caso di “reati di grave allarme sociale e di reati che compromettano la sicurezza pubblica o privata o l’incolumità delle persone”. Esclusi dunque i reati di corruzione e tutti quei delitti di solito commessi da chi ha cariche pubbliche. Ha spiegato Costa: “L’esigenza cautelare del pericolo di reiterazione del reato deve combinarsi con la presunzione di innocenza e non può essere uno strumento per privare disinvoltamente della libertà”.
Ovvio che l’attenzione mediatica si sposti subito sul grave caso di forzatura della procura di Genova nel prolungato arresto del governatore Toti, ma la modifica che Costa propone riguarda un alleggerimento delle misure per tutti gli incensurati. E non si tratta soltanto dei “colletti bianchi”. Oggi “il 25 per cento dei detenuti non ha subito una condanna definitiva, dal 1992 a oggi oltre 30 mila persone sono state risarcite in quanto arrestate ingiustamente. Il carcere prima del processo deve essere l’extrema ratio”. Ma questo a qualcuno fa paura.