
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (foto Ansa)
Editoriali
Una giustizia da Recovery immediato
Immobilismo, giustizialismo. Le ragioni per liberarsi del ministro Bonafede
Una delle condizioni affinché l’Italia possa ricevere nei prossimi anni gli oltre 200 miliardi di euro previsti dal Recovery Fund è realizzare le riforme che l’Unione europea ci chiede (invano) da tempo. Fra queste, una delle più importanti è la riduzione dei tempi della giustizia civile e penale. L’ultimo rapporto della Commissione europea ha confermato che la nostra giustizia è la più lenta d’Europa per la durata media dei contenziosi civili e commerciali: per arrivare a una sentenza definitiva occorrono in media oltre sette anni, il doppio dei tempi della Francia, cinque volte quelli della Germania. L’impatto economico è devastante: secondo uno studio realizzato nel 2017 da Cer-Eures per Confesercenti, lentezze e inefficienze della giustizia civile ci costano 2,5 punti di Pil, pari a circa 40 miliardi di euro. Persino peggiore è il quadro della giustizia penale: il biglietto da visita dell’Italia a Bruxelles rischia di essere la vicenda di Calogero Mannino, assolto da tutte le accuse dopo trent’anni di processi (per citare solo il caso più recente).
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