Noi stiamo con Conte, in testa di serie ci vadano i più fichi

Simonetta Sciandivasci
Ad Antonio Conte, che come noi non ama i paradossi di Zenone, le tartarughe e l'ereditarietà della colpa, i conti del ranking Uefa non tornano. E nemmeno a noi, che tra le (non numerose) cose che siamo disposte a fare per il calcio non intendiamo includere la comprensione di aleatori coefficienti: p

Ad Antonio Conte, che come noi non ama i paradossi di Zenone, le tartarughe e l’ereditarietà della colpa, i conti del ranking Uefa non tornano. E nemmeno a noi, che tra le (non numerose) cose che siamo disposte a fare per il calcio non intendiamo includere la comprensione di aleatori coefficienti: passi il fuorigioco, ma le nozioni algebriche godranno sempre della nostra indisponibilità intellettuale.

 

Qualunque sia la ragione in virtù della quale la Croazia si ritrova un ranking migliore del nostro, sebbene nel girone sia terza e noi primi, non l’accettiamo. Moriamo dalla voglia di tatuarci con l'henné l’altare della Patria (quello che secondo Dan Brown è il Parlamento) sulla scollatura, tifare Italia ed evitare che Conte perda (ancora?) la criniera, quindi ci dichiariamo, sin da ora, pronte a guidare un movimento purista per un calcio linearmente basato su tre principi: vince chi fa goal; in testa di serie ci sono i più fichi, volevamo dire i più forti; scordammose ’o passato. La Uefa smetta di giocare a essere Standard&Poor’s: ci scoccerebbe dover risvegliare #occupywallstreet.