Altro che Allegri, che sembra Fassino, in panchina alla Juve vogliamo Nedved

Simonetta Sciandivasci

Il fatto che il sole sia sorto fino a oggi non implica necessariamente che sorgerà anche domani. David Hume, empirista e pure scozzese, lo sosteneva con forza – pur non avendo mai fatto una crociera sui fiordi – per liberare l’umanità dalle deduzioni arbitrarie dell’abitudine.

Il fatto che il sole sia sorto fino a oggi non implica necessariamente che sorgerà anche domani. David Hume, empirista e pure scozzese, lo sosteneva con forza – pur non avendo mai fatto una crociera sui fiordi – per liberare l’umanità dalle deduzioni arbitrarie dell’abitudine. Il pianto greco che oggi si leva in tutti gli angoli della nazione in seguito al pareggio della Vecchia Signora con la Sampdoria, ci fa credere che sia arrivato il momento di regalare ai tifosi juventini il suo “Trattato sulla natura umana”. Sì, anche la Juve può pareggiare o addirittura perdere: lo diceva Hume, mica noi. Noi non gufiamo, siamo signorine super partes. Ci chiediamo se a farlo, forse involontariamente, non sia l’allenatore Allegri: come può un uomo così poco pertinente al suo cognome e soprattutto tanto somigliante a Fassino, quindi al volto dell’agonia, scortare una squadra verso la vittoria? Vorremmo, al suo posto, Pavel Nedved, mister Furia ceca: siamo certe che scudiscerebbe i suoi giocatori e verrebbe protetto da Febo Apollo in tutte le partite, assicurando vittorie consecutive e straccianti, ad libitum, demolendo l’empirismo e quindi anche la sfiga.

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