Miguel Abensour

Tra Machiavelli e Abensour, i naufragi della contemporaneità

Davide D'Alessandro

Antonio De Simone in “Dismisure” enuclea il patire dell'uomo senza più punti di riferimento, incapace di approdare a un'identità sicura

Antonio De Simone colpisce ancora. Dismisure. Abensour, Machiavelli e la contemporaneità, edito da Mimesis, è un libro raffinato e suggestivo, dove la centralità concettuale risiede nel nesso tra contemporaneità e classicità, dove la figura di Niccolò Machiavelli risulta dalla tagliente dialettica del conflitto innestata sull'opera di un grande interprete come Miguel Abensour. Questa "insorgenza machiavelliana" viene elaborata attraverso forme di conflitto in agone politico, filosofico e sociale con il dominio, altra categoria chiave per il filosofo italiano.

Ciò che De Simone chiama "la carne del sociale" enuclea il patire dell'uomo contemporaneo senza più punti di riferimento e, come naufrago, incapace di approdare a un'identità sicura. Il terreno politico, rilevato da Abensour lettore di Machiavelli, mostra come la divisione politica (la fazione machiavelliana docet) sia anch'essa una dimensione critico-teorica rappresentata a mo' di legante sociale, aggirando l'apparente contraddizione del reale. L'abgrund segna l'assenza radicale di un ancoraggio conoscitivo e morale caratterizzando l'attualità con la fosca tinta dell'assenza, della mediocrità.

Nella sua espressione "inquietudine dell'umano", De Simone evidenzia il pluralismo quale cardine fondativo del pensare la libertà oggi, soprattutto incentrato sulla dicotomica struttura facente capo alla teoria critica e alla teoria del dominio, così dimostrato dalla ripresa del mito della Dialektik der Aufklärung, dove l'illuminismo muta il suo assetto in una logica strumentale (Adorno-Horkheimer) e dove Jacques Rancière elabora, altresì, una visione teatrale del conflitto, una sorta di drammaturgia dove i protagonisti sono interiormente e socialmente scissi nel naufragio della contemporaneità. Pertanto, attraverso Abensour, De Simone vuole cogliere da un lato l'inaggirabilità dei turbamenti del politico odierno e, dall'altro, mostrare come la democrazia possa assurgere a "dismisura" soltanto in un'ottica di elaborazione critico-teorica matura e sensata.

Per Francesco Giacomantonio, “De Simone individua il valore della riflessione filosofico politica collocata nel percorso che unisce Abensour, Machiavelli e la teoria critica, non solo nella sua essenza, ma anche perché in definitiva, concretamente, questo tipo di riflessione diventa ispirazione per confrontarsi con le tante problematiche, o “dismisure” come appunto le definisce il titolo del volume, che caratterizzano l’epoca attuale e che l’autore analizza nella parte conclusiva del suo studio: paure, violenza, crisi di identità e di coscienza, indifferenza, insicurezza, globalizzazione, manipolazioni”.

È un libro per tutti e per nessuno, dunque necessario, poiché aiuta a comprendere e a districarsi nel buio del nostro tempo. In attesa di un qualche spiraglio di luce.