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Editoriali
Manifestazioni pacifiche pro e contro il governo. Mai visto nulla di simile in Siria
Gli uomini del ministero dell’Interno hanno arrestato 120 persone e imposto il coprifuoco dopo gli scontri tra sunniti e alauiti. Centinaia di persone si sono ritrovate per le strade in protesta. In oltre mezzo secolo di regime, non sarebbe potuto accadere tutto questo
Liberi di protestare e cantare slogan contro il governo, i siriani si ritrovano in piazza con un potere che fino a un anno fa era inimmaginabile: quello di dire no, liberamente. E’ successo negli ultimi giorni nella zona costiera del paese, tra Latakia, Tartous, Jableh, Hama e Homs. Tutto è iniziato quando nella periferia di Homs una coppia di sunniti è stata massacrata – lei data alle fiamme, lui sgozzato e il suo sangue usato per scrivere parole ingiuriose contro i sunniti sulle pareti della loro casa. I membri della tribù della coppia hanno cercato di vendicarsi, convinti che i responsabili del gesto fossero gli alauiti. Hanno attaccato i loro quartieri e ferito una decina di residenti, dando fuoco a case e automobili.
Gli uomini del ministero dell’Interno hanno arrestato 120 persone e imposto il coprifuoco. A quel punto, il leader spirituale alauita, Ghazal Ghazal, ha accusato il governo di avere tradito le minoranze, ha chiesto una soluzione federalista e ha convocato manifestazioni pacifiche. Così, centinaia di persone si sono ritrovate per le strade, in alcuni casi con proteste simultanee, da una parte sostenitori del governo, dall’altra gli alauiti. A Tartous, le forze di sicurezza sono state schierate per garantire la sicurezza e permettere a tutti di tornare a casa sani e salvi dopo le manifestazioni. Il portavoce del ministero dell’Interno, Nour al Din al Baba, è andato di persona a Homs per incontrare i manifestanti inferociti per strada, che chiedevano più sicurezza: “Vogliamo che ci governiate con la spada o con gli scarponi”, gli ha urlato in faccia una donna, facendo riferimento alla simbologia dello scarpone militare delle Forze armate del regime, venerato dai sostenitori di Assad quando era al potere. “No, lo faremo con la legge”, gli ha risposto al Baba. La Siria post regime è ancora un oggetto misterioso, un esperimento pieno di incognite. Ma una cosa è certa: in oltre mezzo secolo di regime, mai tutto questo sarebbe potuto accadere, nessuno si sarebbe sognato, se non a costo della propria vita, di alzare un dito per dissentire. La libertà di espressione, ancora fragile, è una conquista cruciale, da non dare per scontata nella difficile transizione siriana.