A cosa serve il dispiegamento della Guardia nazionale a Washington. Numeri
Dopo la sparatoria vicino alla Casa Bianca si è riacceso il dibattito sull'utilità (e la legalità) degli ordini esecutivi di Trump sui militari. I rischi per le centinaia di soldati senza un mandato chiaro nelle città, che finiscono per raccogliere spazzatura e camminare per le strade in uniforme
Sarah Beckstrom e Andrew Wolfe, i due militari della Guardia nazionale colpiti mercoledì da un attentatore afghano a pochi minuti dalla Casa Bianca, si erano uniti alla task force di Washington ad agosto, dopo l'ordine esecutivo di Donald Trump di schierare la Guardia nazionale nella capitale federale per "aiutare a ristabilire la legge, l’ordine e la sicurezza pubblica”. Beckstrom, 20 anni, è morta per le ferite riportate, ha annunciato Trump, mentre il 24enne Wolfe è ancora in gravi condizioni. Soltanto ventiquattro ore prima di essere colpiti avevano prestato giuramento ed erano stati incaricati di mantenere il loro "status di condurre pattuglie di presenza". I soldati dispiegati a Washington sono attualmente 2.188, e ieri, dopo la notizia della sparatoria, il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha detto ai giornalisti che Trump ha richiesto l'invio di altri 500 soldati.
La scorsa settimana un giudice federale aveva stabilito che il dispiegamento a Washington, in particolare dei soldati provenienti fuori dallo stato, fosse illegale. Così ha bloccato il dispiegamento, ma ha sospeso l'entrata in vigore per tre settimane per ridurre al minimo le interruzioni operative: l'ordinanza sarebbe dovuta entrare in vigore l'11 dicembre. Oggi l'Amministrazione americana ha chiesto a sua volta a una corte d'appello federale di sospendere l'ordinanza. Già prima della sparatoria di Rahmanullah Lakanwal, i comandanti militari avevano avvertito che il loro dispiegamento rappresentasse un facile "bersaglio di opportunità" per la violenza basata sul risentimento. "Le truppe, schierate nel tentativo di ridurre la criminalità, non sono addestrate all'applicazione della legge; trascorrono le loro giornate a ripulire i rifiuti e a camminare per le strade in uniforme. I comandanti, in un promemoria incluso nel contenzioso che contesta la missione ad alta visibilità a Washington, sostenevano che ciò avrebbe potuto metterli in pericolo. Il dipartimento di Giustizia ha replicato che il rischio fosse meramente "speculativo": non lo era", ha scritto Juliette Kayyem sull'Atlantic.
Secondo Kayyem, anche se gli schieramenti a Washington fossero legali, mancano di un mandato chiaro e di parametri di successo, e hanno regole di ingaggio vaghe e procedure operative mal definite. "E il morale è basso tra i soldati volontari part-time, che hanno dovuto lasciare casa per pattugliare le strade di una città americana che Trump non gradisce". Sono ormai mesi che la decisione di schierare il più importante corpo di riservisti dell’esercito degli Stati Uniti nelle città americane viene contestata: il loro compito è appunto di "riserva strategica", hanno un ruolo importante nelle operazioni nazionali e all’estero, possono prestare servizio per soccorsi in caso di calamità; supporto militare; forze dell'ordine; sicurezza di frontiera; supporto elettorale. Nei primi giorni del "dispiegamento" sono stati raccolti alcuni compiti affidati ai militari: le ricerche di un bambino scomparso, la gestione di una rissa sulla metropolitana, il soccorso a un anziano caduto dalla bicicletta, la pulizia di un graffito, il salvataggio di un gatto rimasto su un albero.
Tutto è iniziato con le proteste a Los Angeles: a giugno Trump ha autorizzato il dispiegamento di circa quattromila soldati della Guardia nazionale per disperdere le proteste contro l'immigrazione in città. Le autorità californiane hanno presentato un ricorso legale contro il dispiegamento e a settembre un giudice federale ha stabilito che il dispiegamento fosse illegale. Poi ad agosto è stato il turno di Washington, il totale è arrivato a circa 2.300 soldati, anche a Washington il procuratore generale ha intentato una causa per porre fine al dispiegamento del governo federale definendolo un'"occupazione militare" che viola l'autonomia locale della città. A settembre 2025 sono stati federalizzati duecento membri per un dispiegamento di sessanta giorni a Portland (anche lì è stata intentata una causa per definirlo illegale), poi a Memphis. A inizio ottobre duecento soldati sono stati inviati nell'area di Chicago, mentre a fine mese Trump ha annullato l'invio a San Francisco: aveva detto che sarebbe stata la prossima tappa delle truppe della Guardia nazionale.