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il ritratto

Pascal Praud, l'anchorman di Bolloré che tesse l'alleanza di tutte le destre francesi

Mauro Zanon

Per l’Eliseo il colosso mediatico di Vincent Bolloré, di cui CNews è l’ammiraglia, “non è più un gruppo mediatico, ma un gruppo politico organizzato”. Per un futuro candidato della destra, infatti, CNews è imprescindibile

Parigi. Pascal Praud si definisce “un agitatore di idee”, ma risponde stizzito a chi lo descrive come “un politico” che mette la televisione a servizio dell’unione delle destre, la sua ossessione e anche quella del suo boss, Vincent Bolloré, lo squalo della finanza francese, patron di Vivendi e proprietario dell’impero mediatico Canal Plus. A 61 anni, questo ex giornalista sportivo, con un passato da responsabile della comunicazione e del marketing del Nantes Fc, la squadra della sua città d’origine, è diventato l’anchorman di Bolloré: quattro ore e mezza di trasmissione al giorno tra CNews e Europe 1, la rete all-news e la radio del magnate bretone, senza contare il suo editoriale sul Journal du dimanche, anch’esso finito nelle mani di Vivendi e diventato un megafono del Bolloré-pensiero. Nostalgico del Raggruppamento per la Repubblica di Jacques Chirac, ma anche dell’âge d’or del sarkozysmo, Praud porta avanti da anni la battaglia per l’unione delle destre, il sogno di Bolloré, sia nel quadro della sua trasmissione, “L’Heure des pros”, sia all’esterno.

Nelle ore successive allo scioglimento dell’Assemblea nazionale deciso il 9 giugno 2024 dal presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, Praud alzò la cornetta per chiedere a Bruno Retailleau, ex ministro dell’interno e presidente dei Républicains, il partito gollista, di allearsi immediatamente con Éric Ciotti e Jordan Bardella, i due leader della destra sovranista. Lo scorso anno andò male, si sa, ma secondo Praud e il suo capo il 2027 è un’occasione ghiotta per riprovarci, dato che Macron non potrà più ricandidarsi. “Verso un’unione delle destre?”, è il titolo del suo editoriale del 31 ottobre, mentre JDNews, il magazine del Journal du dimanche, metteva in copertina tutte le figure della destra e dell’estrema destra, fantasticando su una coalizione da Retailleau a Bardella. “Per un futuro candidato della destra alle presidenziali, CNews è imprescindibile. E Praud ha acquisito un peso maggiore rispetto al 2022”, ha detto a Libération un esponente dei Républicains. Per l’Eliseo il colosso mediatico di Vincent Bolloré, di cui CNews è l’ammiraglia, “non è più un gruppo mediatico, ma un gruppo politico organizzato”.

 

Eppure c’è stata un’epoca in cui il capitano di questa nave ammiraglia, Pascal Praud appunto, era ancora un giornalista frequentabile, vicino alla destra dura, certo, ma prezioso termometro per registrare l’umore dei francesi, tastare il polso della Francia dei terroirs, dunque una persona con cui mantenere i contatti. Ma con la crisi sanitaria del Covid-19 è iniziata la deriva. “L’Heure des pros”, dal 2020, è diventata una zona franca per ciarlatani e cospirazionisti, tra cui Didier Raoult, l’infettivologo marsigliese che ha moltiplicato le bufale sul coronavirus diventando un idolo della galassia complottista internazionale e che era ospite fisso su CNews. Dalla rielezione di Trump nel 2024, Praud è diventato inoltre il portavoce televisivo di “Trump Fact News”, media online che promette di “reinformare” la Francia sul presidente americano ma che in realtà è un concentrato di fake news. È quella che Libé, con perfidia, ha definito la televisione della “Praudpaganda”. Bolloriana, va da sé.

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