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editoriale

Il capo dell'esercito polacco commenta i sabotaggi: siamo in stato di preguerra

Redazione

Le divisioni politiche fabbricate da Mosca. Il generale Kukula denuncia la strategia russa di sabotaggi e propaganda per indebolire la coesione politica in caso di conflitto. Identificati due agenti reclutati dal Cremlino come autori dell’attacco ferroviario

   

Il capo di stato maggiore polacco Wieslaw Kukula è stato intervistato dall’emittente Polskie Radio per commentare il tentativo di sabotaggio che domenica scorsa ha colpito la linea ferroviaria che da Varsavia porta a Lublino. Il generale ha parlato della situazione generale che la Polonia vive dal 2022, quando è iniziata l’invasione su vasta scala della Russia contro l’Ucraina, e ha detto che ci sono tutte le condizioni per parlare di uno stato di preguerra. “La Russia ha iniziato il periodo di preparazione della guerra. Sta costruendo qui l’ambiente adatto per creare le condizioni favorevoli a una potenziale aggressione al territorio polacco”. Un punto particolare dell’intervista merita attenzione. Il generale Kukula dedica il suo intervento anche alla situazione politica nel paese. Secondo il capo di stato maggiore la sfiducia nelle istituzioni è parte del progetto russo, ha sicuramente una natura endogena, ma è anche fabbricata e serve a fare in modo che i polacchi in caso di aggressione non credano alla politica, non la seguano e così il paese sarebbe più fragile e semplice da aggredire. Il generale parlava anche tenendo a mente la reazione della politica in seguito al sabotaggio: c’è stata una corsa alle accuse, ai rimproveri che ha fatto perdere di vista la gravità del fatto. Ieri il primo ministro polacco, Donald Tusk, ha aggiornato il paese sulle indagini: gli autori dell’attacco sarebbero due ucraini, uno era già stato arrestato a Leopoli per un precedente atto di sabotaggio. I due, secondo i servizi di Varsavia, lavorano per l’intelligence russa. Nei mesi passati sono stati arrestati in Polonia tre ucraini accusati di spionaggio da parte di Mosca: per quanto il Cremlino abbia imposto il regime dei passaporti russi nei territori occupati, il documento ucraino consente di muoversi più liberamente nei paesi europei e quindi è suo interesse che chi collabora con l’occupazione lo mantenga. La paura di Kukula è che una parte della politica polacca perda la concentrazione sulle minacce alla sicurezza nazionale e anche questo è un obiettivo di Mosca.