Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il presidente della Repubblica federale di Germania, Frank-Walter Steinmeier (foto Ufficio stampa Quirinale via Ansa)
da berlino
Mattarella e Steinmeier, l'alleanza dei custodi della democrazia europea
A Berlino il Presidente della Repubblica italiana partecipa alla Giornata del Lutto Nazionale e rilancia il valore dell’Europa come argine a guerre, estremismi e revisionismi, mentre i due Capi di stato rafforzano un legame fondato su memoria, pace e responsabilità comune
Due presidenti amici, il cui ruolo nei rispettivi paesi è sempre più spesso volto alla salvaguardia degli assetti democratici di fronte alle tensioni interne o alle influenze disgreganti che provengono dall’esterno. La visita di due giorni a Berlino del presidente Sergio Mattarella, accolto dal presidente federale tedesco Frank-Walter Steinmeier, ha confermato il legame tra i due capi dello Stato, che si conoscono ormai da anni, visto il doppio mandato di entrambi. Domenica Mattarella è intervenuto al Bundestag per la “Giornata del lutto nazionale” (Volkstrauertag), che quest’anno è coincisa con gli 80 anni della fine della seconda guerra mondiale. Una giornata di ricordo, celebrata alla presenza dello stesso Steinmeier, del cancelliere Friedrich Merz e dei massimi rappresentanti degli organi costituzionali tedeschi. L’intervento di Mattarella è stato improntato sul valore della pace europea e ha elogiato lo “straordinario percorso che le nostre due repubbliche hanno compiuto, fianco a fianco, per costruire - in questi ottant’anni - un mondo migliore, partendo dall’Europa”. Dal presidente italiano è arrivato un monito: “Non lasciamo che oggi il sogno europeo - la nostra Unione - venga lacerato da epigoni di tempi bui. Di tempi che hanno lasciato dolore, miseria, desolazione”. Mattarella ha poi parlato del dramma della guerra attuale, facendo riferimento diretto a Kyiv e a Gaza, e aggiungendo che “il multilateralismo non è burocrazia, come asseriscono i prepotenti”.
“Nie wieder - Mai più”, ha poi detto Mattarella, usando l’espressione tedesca coniata nell’anno zero dopo il nazismo. “La guerra di aggressione è un crimine” e “la sovranità di un popolo non si esprime nel diritto di portare guerra al vicino”, ha aggiunto il presidente, che ha poi citato il pericolo di “nuovi Dottor Stranamore” amanti della bomba atomica. Discorso dai toni appassionati, quello del capo dello Stato italiano, in una giornata che fin dal 1952 la Germania dedica alle vittime di tutte le guerre, delle persecuzioni e della violenza politica.
Da parte sua, quest’anno Steinmeier ha esplicitamente ricordato le persone perseguitate dal nazionalsocialismo a causa della loro identità di genere o sessuale. Il presidente federale ha poi omaggiato direttamente anche le poliziotte e i poliziotti tedeschi che hanno perso la vita durante il servizio, così come le vittime del terrorismo e dell’estremismo. Riferimenti che assumono un valore particolare in una Germania che negli ultimi anni ha visto una crescita dei crimini d’odio di matrice neonazista, così come degli attacchi terroristi di stampo islamista.
Solo una settimana fa, lo scorso 9 novembre, in occasione dell’anniversario dei pogrom antisemiti della Notte dei Cristalli, Steinmeier aveva usato parole molto dure contro l’ultra-destra AfD, pur senza citarla direttamente. “Non deve esserci alcuna collaborazione politica con gli estremisti, né nel governo né nei parlamenti”, aveva detto il presidente tedesco, che poi aveva aggiunto: “Sento sempre più spesso conversazioni preoccupate: Come andrà avanti qui per noi, se i partiti estremisti diventano più forti, se le persone con un passato di immigrazione, se gli ebrei non sono più al sicuro? È possibile che non abbiamo imparato nulla dalla storia?”
Sabato scorso, primo giorno della visita di Mattarella, i due capi di Stato hanno invece consegnato presso la residenza di Bellevue il “Premio dei Presidenti per la cooperazione comunale tra Italia e Germania”, dedicato a gemellaggi e progetti tra comuni tedeschi e italiani. Un’occasione in cui è stato celebrato anche il 70° anniversario dell'accordo sul reclutamento dei lavoratori italiani, cioè l’arrivo dei cosiddetti "Gastarbeiter" nelle industrie tedesche dagli anni ‘50 agli anni ‘70. "Con il loro lavoro, spesso duro, queste persone hanno contribuito in modo decisivo allo sviluppo economico della Germania” ha commentato Steinmeier.
Storie non facili, di sacrifici e rinunce, in cui l’incontro tedesco-italiano è stato anche fatto di discriminazioni, incomprensioni, scontri sociali e culturali.
Italia e Germania, due paesi che ancora oggi non vanno certo automaticamente d’accordo, ma le cui identità e i destini europei sono profondamente intrecciati, come dimostra proprio lo stretto rapporto tra i due presidenti. “Chi trova un amico, trova un tesoro” ha detto sabato Steinmeier, citando il proverbio direttamente in italiano.