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editoriali

Il caos nella “maggioranza Ursula”

Redazione

I gruppi che sostengono von der Leyen non trovano un compromesso sull’Omnibus

Un voto oggi al Parlamento europeo sulla semplificazione degli obblighi di “due diligence” imposti alle imprese sulla sostenibilità rischia di segnare l’inizio della fine della maggioranza di Ursula von der Leyen. I gruppi che sostengono la presidente della Commissione – il Partito popolare europeo, i Socialisti & democratici, i liberali di Renew, a cui si associano occasionalmente i verdi – non sono riusciti a trovare un compromesso per approvare il cosiddetto “Omnibus I”. Si tratta del primo pacchetto di semplificazione, presentato da von der Leyen in febbraio, che riduce il carico amministrativo e la responsabilità delle imprese previsti da due direttive che impongono di verificare il rispetto delle norme climatiche e sui diritti umani nella catena di approvvigionamento.

In un primo voto a ottobre il Parlamento non ha trovato la maggioranza per approvare la semplificazione. Diversi capi di stato e di governo avevano protestato. Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, aveva intimato ai deputati di “correggere” il voto. Accusando un piccolo gruppo di deputati socialisti di aver violato i patti, il Ppe ha scelto di rifiutare qualsiasi negoziato e di votare insieme ai gruppi dell’estrema destra, dai sovranisti dell’Ecr ai Patrioti di Viktor Orbán. Sarebbe la prima volta nella storia che un testo legislativo viene approvato con una maggioranza tra la destra e l’estrema destra. Ma gli effetti della manovra del presidente del Ppe, Manfred Weber, potrebbero essere catastrofici per la maggioranza pro-europea e von der Leyen. La fiducia tra il Ppe, da un lato, e i socialisti e i liberali, dall’altro, verrebbe distrutta. La collaborazione sulle altre proposte potrebbe saltare. Non esiste una maggioranza alternativa per approvare politiche pro Ue. L’estrema destra non voterebbe mai il bilancio pluriennale proposto da von der Leyen. Le manovre di Weber e l’incapacità di Ppe e socialisti di concludere un accordo di coalizione rischiano di portare il caos e l’impotenza del Parlamento e, alla fine, la paralisi dell’Ue.

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