editoriali
Trump “sapeva delle ragazze”, scrisse Epstein. Cortocircuito nel mondo Maga
Le email del finanziere pedofilo al giornalista Michael Wolff, ricevute e pubblicate dalla commissione Vigilanza della Camera americana, riesumano il complotto che i complottisti vogliono cancellare
Ieri i democratici della commissione Vigilanza della Camera americana hanno pubblicato alcune email, tra cui una del 2019, in cui Jeffrey Epstein, scrivendo al giornalista e saggista Michael Wolff, affermava che il presidente, Donald Trump, “sapeva delle ragazze, infatti ha chiesto a Ghislaine di smettere”. Il finanziere pedofilo, che in quello stesso anno si è poi suicidato in carcere dopo che era stata svelata la sua rete di abusi, sembra riferirsi a una dichiarazione di Trump secondo cui aveva deciso di bandire Epstein dalla sua villa di Mar-a-Lago perché aveva tentato di avvicinare delle ragazze che lavoravano lì (Ghislaine Maxwell è la ex compagna di Epstein, condannata a vent’anni di carcere per il suo coinvolgimento nelle molestie, che ora sta cercando una riduzione della pena). In un’altra email, Epstein sostiene che Trump aveva passato “ore a casa mia” in presenza di una vittima dello stesso Epstein (Virginia Giuffre). Le email fanno parte di una serie di documenti che la commissione ha ricevuto, ha editato per nascondere i nomi delle vittime e le ha rese pubbliche, riportando l’attenzione sui rapporti tra Epstein e Trump.
La Casa Bianca dice che si tratta di una selezione malevola fatta dai democratici per gettare discredito sul presidente – una selezione in cui non compaiono gli amici democratici di Epstein – ma continua a non rispondere alle richieste di trasparenza e chiarezza che vengono anche da parte del mondo Maga che ha sempre sostenuto Trump. In realtà la battaglia della trasparenza è sempre stata dello stesso Trump, che ha alimentato la teoria del complotto sulla “lista dei clienti di Epstein” usandola come arma politica contro i democratici. Poi c’è stato un cortocircuito tra complottisti, e ora Trump non vuole che si pubblichi più nulla e al Congresso sta andando in scena una lotta nel fango fra trumpiani da cui il presidente, nonostante gli enormi sforzi, non è ancora riuscito a sottrarsi.