caos nei cieli Usa

Ora lo shutdown ferma anche i voli. Cosa sta succedendo al traffico aereo americano

Marco Arvati

Il governo blocca parte del trasporto aereo: un volo interno su cinque è stato tagliato, dieci collegamenti internazionali sospesi. Il vicepresidente Vance ha affermato che, se la situazione non cambierà, il giorno del Ringraziamento “rischia di essere un disastro”

A partire da oggi, l’Amministrazione statunitense ha iniziato una considerevole riduzione del trasporto aereo nel paese, dovuta alle difficoltà causate dal prolungato shutdown, diventato ormai il più lungo della storia degli Stati Uniti. Nella giornata di oggi è stato tagliato il 4 per cento dei voli sul suolo americano, con cancellazioni che riguardano quaranta aeroporti delle principali città: tra questi, tutti i principali hub di New York, Atlanta, Chicago e Los Angeles. Le riduzioni continueranno per tutta la prossima settimana, incrementando considerevolmente fino al picco che verrà raggiunto venerdì prossimo: se lo shutdown sarà ancora in vigore, il 10 per cento dell’intero traffico aereo sarà cancellato.

 

Il segretario dei trasporti Sean Duffy ha affermato che non si tratta di una mossa politica ma del tentativo di minimizzare i rischi per gli utenti mentre i controllori del traffico aereo continuano a lavorare senza percepire stipendio. Rispetto ad altri tagli che l’Amministrazione ha voluto per pressare i democratici ad accettare il bilancio, questo nasce da un fortissimo disagio di una categoria da anni in crisi per mancanza di assunzioni. In questi anni, infatti, molti controllori del traffico aereo stanno andando in pensione, perché assunti subito dopo i licenziamenti in massa che l’allora presidente Reagan ha attuato nel 1981 a causa di uno sciopero prolungato che aveva posto questa categoria contro l’Amministrazione. Negli ultimi anni, però, le assunzioni di queste figure chiave per gestire cieli sempre più congestionati sono state congelate e chi lavora è in stato di sofferenza. Inoltre, durante uno shutdown non percepiscono stipendio, ma devono presentarsi comunque a lavoro in quanto categoria essenziale per il governo federale: alcuni hanno iniziato a inviare certificati medici di malattia e chi ha continuato a lavorare ora è in crisi, sia economica che psicologica. Nick Daniels, presidente del sindacato dei lavoratori dell’aviazione, ha affermato alla Cnn che ha sentito “lavoratori che scrivono di non avere più soldi per fare benzina alla macchina”. Un altro lavoratore ha affermato che, a fine turno, particolarmente pesante dato il lavoro di alta responsabilità, anziché riposarsi va a fare consegne per DoorDash, un servizio di food delivery statunitense, in modo da guadagnare qualcosa.

 

Una situazione che non può continuare, e questo ha portato alla decisione di ridurre il traffico aereo. Secondo il New York Times più in sofferenza sono i voli nazionali a breve percorrenza: tra quelli tagliati, 1 su 5 riguarda collegamenti interni a un singolo stato degli Usa. I voli internazionali cancellati sono stati finora dieci: 4 verso il Canada, 3 verso la Giamaica e 1 rispettivamente verso Svizzera, Germania e Nuova Zelanda. Le principali compagnie aeree statunitensi, United, Delta e American Airlines, affermano che i voli internazionali non subiranno cancellazioni. La situazione rischia di farsi ancora più complicata in quanto a fine mese negli Stati Uniti sarà il giorno del Ringraziamento, festa che solitamente porta le famiglie a unirsi e quindi il traffico aereo nazionale è particolarmente sollecitato. Il vicepresidente Vance ha affermato che se la situazione non cambierà la festa “rischia di essere un disastro”.

 

Nel frattempo a Washington sembrano esserci state le prime prove di avvicinamento tra i senatori per porre fine allo shutdown. Il leader repubblicano John Thune ha per la prima volta proposto qualcosa di concreto all’opposizione, chiedendo un voto per un bilancio di breve periodo unito all’allocazione di fondi congressuali per tre annualità consecutive ai dipartimenti di agricoltura, costruzioni militari e affari dei veterani. Inoltre, ha promesso un voto sull’estensione dei sussidi sanitari previsti dall’Obamacare, recentemente scaduti e che hanno fatto aumentare considerevolmente le polizze assicurative di molti cittadini statunitensi, anche se non ha promesso che schiererà il partito a favore. I democratici, forti della vittoria elettorale, sembrano voler respingere il piano repubblicano, chiedendo l’estensione dei sussidi come precondizione per votare il bilancio. Nel frattempo, Trump continua a premere perché i repubblicani aboliscano il filibuster, che non permette di passare il bilancio a maggioranza semplice, in modo da riaprire il governo coi soli voti del suo partito: una mossa che i senatori repubblicani a ora non sembrano propensi ad effettuare. La soluzione al rebus dello shutdown non sembra ancora dietro l’angolo.

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