In Venezuela
Maduro prepara il regime alla “resistenza” con un'app da stato di sorveglianza
Tra i piani del leader chavista per barricare il Venezuela dalle minacce di Trump c'è l'aumento della repressione interna. L'ordine di creare un'applicazione di controllo sociale per spiarsi tra cittadini e il precedente di VenApp
Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha approvato il piano per prepararsi alla “resistenza armata” in caso di attacco degli Stati Uniti, dopo le “le minacce e la guerra psicologica dell’impero americano che proseguono da dodici settimane”, ha detto mercoledì al congresso del Partito socialista unito del Venezuela. Per il leader chavista, su cui pende una taglia di 50 milioni di dollari – la più alta mai offerta dagli Stati Uniti – con l’accusa di narcoterrorismo e cospirazione per l’importazione di cocaina, la priorità dopo le minacce di Trump è rafforzare la difesa del Venezuela per renderla “inespugnabile”, anche a costo di implorare forniture di missili, droni e altre attrezzature militari a Russia, Cina e Iran e copertura diplomatica al Qatar. Maduro ha chiesto di attuare dei piani operativi “per ogni strada e comunità, affinché il nostro popolo rimanga al massimo livello di prontezza”. Tra questi piani c’è anche l’aumento della repressione interna: il dissenso, ora che per il presidente americano il regime di Maduro ha “i giorni contati”, va più che mai osteggiato, con ogni mezzo disponibile, implementando lo stato di sorveglianza nel paese. Per questo ha ordinato alle Forze armate nazionali bolivariane di creare un’applicazione online che consentirà ai cittadini di segnalare alle autorità “tutto ciò che vedono e tutto ciò che sentono, 24 ore su 24”, per “rafforzare l’intelligence popolare” e “continuare a garantire la pace”.
Già nel 2022 Maduro aveva lanciato un’app con uno scopo a lungo termine molto simile: VenApp all’inizio fu presentata come applicazione ibrida, che integrava il servizio di messaggistica a una linea di assistenza telefonica per consentire alle persone di segnalare problemi di servizio pubblico, come interruzioni di corrente e idriche. Ben presto però venne svelato lo scopo reale dell’app, cioè quello di sorveglianza tra cittadini: nel 2024, dopo le ultime elezioni presidenziali, il governo lanciò l’operazione “Tun Tun” per mettere a tacere l’opposizione, e tra i metodi della repressione venne aggiornata VenApp con una nuova finestra per segnalare “i traditori della nazione” tramite l’applicazione. La nuova funzionalità sull’app consentiva di segnalare nella categoria “guarimba fascista” i cittadini sospettati di “turbare l’ordine interno”, ma le organizzazioni internazionali e l’opposizione sin da subito condannarono lo strumento come supporto alle forze di sicurezza del regime per i loro arresti arbitrari, per mettere a tacere chiunque organizzasse manifestazioni pacifiche e denunciasse i brogli elettorali. Grazie all’aggiornamento, gli informatori potevano con un messaggio inviare alla polizia la posizione dei dissidenti, l’opposizione fece talmente tanto rumore da essere stata rimossa sia da Google Play sia dall’Apple Store. L’applicazione però non ha mai smesso di funzionare: l’anno scorso, quando si diffuse la notizia della “censura della potenza imperialista”, il file per installare VenApp sui dispositivi Android venne distribuito liberamente e in modo incontrollato dal regime, chi aveva VenApp prima di agosto 2024 può ancora accedervi tramite smartphone e il governo ha anche creato e sponsorizzato una versione mobile che funziona tramite browser.
Maduro ha definito l’app “un’idea meravigliosa: abbiamo quello strumento, abbiamo tutto: l’organizzazione, la consapevolezza, la leadership, le unità di milizia comunale, la Milizia bolivariana e le Forze armate nazionali bolivariane”. Anche il ministro dell’Interno e della Giustizia, Diosdado Cabello, ha raccontato i piani di questo sistema di informatori sociali e di tecnologia della sorveglianza chiamata “Quadranti della Pace”, per l’installazione su larga scala di telecamere di sorveglianza “per rafforzare la sicurezza pubblica”. Alcune di queste tecnologie, secondo documenti pubblicati dal gruppo di hacker BlackMoon, sarebbero state fornite al Venezuela da Russia e Cina. Rafael Uzcátegui, direttore del think tank Laboratorio de Paz, ha raccontato al Financial Times cosa c’è dietro al funzionamento dell’app di sorveglianza VenApp: “Se sei una persona che a un certo punto ha criticato il governo e ora vuole guadagnarsi la sua fiducia, un modo per farlo è fornire informazioni su altri. Questo è un momento di incertezza per tutti”.