Maduro stringe la morsa mentre Trump valuta le opzioni di guerra
Liberati il giornalista Joan Camargo e quattro studenti, ma nelle carceri di Caracas restano centinaia di detenuti politici, tra cui l’italiano Alberto Trentini, in prigione da quasi un anno. Washington valuta tre piani per “far cadere Maduro”, mentre prosegue l'escalation nella guerra alla droga nei Caraibi
In Venezuela è stato liberato dopo cinque giorni in cui era rimasto scomparso il giornalista Joan Camargo, e sono stati rilasciati dopo quattro giorni gli studenti cineasti Noel Cisneros, Katiuska Castillo, Ingrid Briceño e Marcela Hernández. Anche loro dopo essere stati arrestati arbitrariamente e senza far sapere dove si trovassero. “La pressione nazionale e internazionale ha ottenuto che Noel, Ingrid, Katiuska e Marcela tornassero con le loro famiglie e i loro amici” ha celebrato il Comité por la Libertad de los Luchadores Sociales, mentre l’avvocato Marino Alvarado, coordinador de Exigibilidad Legal della ong Provea, ha sottolineato “l'importanza di parlare apertamente, di non rimanere in silenzio di fronte all'arbitrarietà”. Óscar Murillo, coordinatore generale di Provea, ha comunque parlato di “un precedente pericoloso”. “La detenzione di questo gruppo – ha detto – instaura uno schema in cui lo stato cerca di mettere a tacere le voci critiche, le voci accademiche, l'arte, e tutto ciò finisce per limitare il libero pensiero e la circolazione delle idee. Per questo motivo riteniamo che questo caso sia grave”. E il Sindacato Nazionale dei Lavoratori della Stampa (Sntp) ha chiesto un'indagine, con l'applicazione di sanzioni ai responsabili di quelle che sono state definite “sparizioni forzate”.
Ma una quantità di altri detenuti politici restano dentro. Tra gli 875 contati nell’ultima denuncia della ong Foro Penal, c’è anche Rafael Tudares, genero di quell’ Edmundo González Urrutia che secondo i verbali raccolti dall’opposizione e occultati dal regime sarebbe il presidente eletto.”300 giorni di sparizione forzata di mio marito Rafael Tudares Bracho. Come ci si può difendere quando tutto è progettato per impedirne la difesa”, ha scritto sul suo account X Mariana González denunciando che il sistema giudiziario venezuelano “non consente la nomina di un avvocato difensore privato” e che l'Ufficio del Difensore d'Ufficio “non esercita il suo diritto alla difesa e agisce con opacità”. Ha anche detto di non sapere dove si trovi il marito, accusato dei reati di “falsificazione, cospirazione, terrorismo, associazione, riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo”. Domenica scorsa ha riferito che le autorità le hanno comunicato che il marito “continuerà il suo processo penale tramite 'udienze in teleconferenza’, una misura che ha descritto come un "processo clandestino e incostituzionale che viola i suoi diritti umani”. Ma ancora da più tempo è detenuto il cooperante italiano Alberto Trentini, che il 15 novembre arriva a un anno di privazione della libertà.
Tutto ciò intanto che continua l’escalation tra Trump e Maduro, anche se in realtà il tema della guerra alla droga va oltre il Venezuela. “I servizi segreti hanno confermato che l'imbarcazione era coinvolta nel traffico illecito di stupefacenti, stava viaggiando lungo una nota rotta del narcotraffico e trasportava stupefacenti”, ha dichiarato il Segretario alla Difesa Pete Hegseth nell’informare che gli Stati Uniti hanno attaccato un'altra imbarcazione adibita al traffico di droga e ucciso due trafficanti. Ma nel Pacifico Orientale, e non nei Caraibi. D’altra parte, quattro persone sono state arrestate dopo che le autorità portoghesi hanno intercettato un narco-sottomarino che trasportava oltre 1,7 tonnellate di cocaina nell'Atlantico centrale. Il semisommergibile era diretto verso la Penisola Iberica ed è stato intercettato nei giorni scorsi, hanno dichiarato le autorità. Le immagini mostrano la polizia e il personale della marina che circondano l'imbarcazione prima di salire a bordo, sequestrare la droga e arrestare quattro membri dell'equipaggio, presumibilmente sudamericani. I sospettati, tra cui due ecuadoriani, un venezuelano e un colombiano, sono stati posti in custodia cautelare dopo essere comparsi in tribunale alle Azzorre martedì, ha dichiarato la polizia. Non è dunque solo Trump che se ne preoccupa; effettivamente ci sono venezuelani in mezzo; ma non è necessario ucciderli a colpi di drone in quelle che vengono sempre più condannate come uccisioni extra-giudiziali.
Ci sono sul punto delle critiche anche al Congresso Usa, rispetto alle quali e ad altri punti delle operazioni il segretario di Stato Marco Rubio è stato convocato di fronte alla cosiddetta “Gang dei 12”, che riunisce i leader della maggioranza repubblicana e della minoranza democratica in entrambe le Camere del Congresso. Intanto il New York Times, presumibilmente riportando indiscrezioni, ha fatto una ampia panoramica sulle opzioni di Trump per il Venezuela. “Il presidente Trump non ha ancora deciso come procedere, né se procedere o meno” scrive. I funzionari hanno indicato che Trump era riluttante ad approvare operazioni che potrebbero mettere in pericolo le truppe statunitensi o che potrebbero trasformarsi in un fallimento imbarazzante. Tuttavia, molti dei suoi principali consiglieri stanno spingendo per una delle opzioni più aggressive: rimuovere Maduro dal potere. I consiglieri di Trump hanno richiesto ulteriori indicazioni al Dipartimento di Giustizia che potrebbero fornire una base legale per qualsiasi azione militare che vada oltre l'attuale campagna di attacchi contro imbarcazioni che l'amministrazione sostiene siano coinvolte nel traffico di stupefacenti, senza fornire prove. Tali indicazioni potrebbero includere una giustificazione legale per attaccare Maduro senza richiedere l'autorizzazione del Congresso per l'uso della forza militare, per non parlare di una dichiarazione di guerra”.
Sebbene le linee guida siano ancora in fase di stesura, alcuni funzionari governativi prevedono che vi si indicheranno Maduro e i suoi alti funzionari della sicurezza come figure centrali del Cartello dei Soli, che l'amministrazione ha designato come gruppo narcoterroristico. Il Dipartimento della Giustizia dovrebbe dunque sostenere che questa designazione rende Maduro un obiettivo legittimo, nonostante i divieti legali statunitensi di lunga data contro l'assassinio di leader nazionali. Lo stesso Dipartimento ha rifiutato di commentare. Tuttavia, il tentativo di giustificare un attacco a Maduro costituirebbe un altro tentativo da parte dell'amministrazione di espandere i propri poteri legali. Appunto, già sono stati effettuati omicidi mirati di presunti trafficanti di droga che, fino a settembre, venivano inseguiti e arrestati in mare anziché giustiziati tramite attacchi con droni. Qualsiasi tentativo di rovesciare Maduro sottoporrebbe l'amministrazione a un esame più approfondito per quanto riguarda la sua giustificazione legale, data la confusa serie di argomenti utilizzati finora per affrontarlo. Tra questi, il traffico di droga, la necessità di garantire agli Stati Uniti l'accesso al petrolio e le affermazioni di Trump secondo cui il governo venezuelano avrebbe mandato delinquenti negli Stati Uniti.
Le ultime dichiarazioni di Trump sono contraddittorie, ma a spingere per opzioni più aggressive ci sarebbero Rubio e il vice capo di gabinetto e consigliere per la sicurezza interna Stephen Miller. Si osserva che è comunque probabile che Trump non sarà costretto a decidere almeno fino a quando la Gerald R. Ford, la più grande e moderna portaerei statunitense, non arriverà nei Caraibi a metà mese. La Ford trasporta circa 5.000 marinai e dispone di oltre 75 velivoli d'attacco, sorveglianza e supporto, inclusi caccia F/A-18. Da fine agosto si è registrato un costante aumento delle truppe statunitensi nella regione. Anche prima dell'arrivo della portaerei, circa 10.000 militari statunitensi erano già dispiegati nei Caraibi, circa la metà a bordo di navi da guerra e l'altra metà nelle basi di Porto Rico. Nelle ultime settimane, il Pentagono ha anche inviato bombardieri B-52 e B-1 dalle basi in Louisiana e Texas per effettuare voli vicino alla costa venezuelana, in quella che i funzionari militari descrivono come una dimostrazione di forza. I B-52 possono trasportare decine di bombe a guida di precisione, mentre i B-1 possono trasportare fino a 34.000 kg di munizioni guidate e non guidate, il più grande carico utile convenzionale di qualsiasi aereo nell'arsenale dell'Aeronautica Militare. Inoltre, il 160° Reggimento Aviazione per Operazioni Speciali dell'Esercito, un'unità d'élite che ha condotto estese operazioni antiterrorismo con elicotteri in Afghanistan, Iraq e Siria, ha recentemente condotto esercitazioni che il Pentagono ha descritto come manovre di addestramento al largo delle coste venezuelane.
Il New York Times indica tre possibili opzioni. Uno: attacchi aerei contro installazioni militari, alcune delle quali potrebbero essere coinvolte nel traffico di droga, con l'obiettivo di far crollare il sostegno militare venezuelano a Maduro. Due: l'invio di forze speciali statunitensi, come la Delta Force dell'Esercito o il Seal Team 6 della Marina, per cercare di catturare o uccidere Maduro. Tre: inviare forze antiterrorismo statunitensi a prendere il controllo delle piste di atterraggio e di almeno alcuni giacimenti petroliferi e infrastrutture del Venezuela.
Viene comunque ricordato che la Chevron resta in Venezuela, che Maduro ha detto che la vorrebbe far restare lì per “100 anni”, e che ha comunque offerto a Trump le più ampie concessioni sulle ricchezze petrolifere del Venezuela. Una apertura che però la Casa Bianca ha rifiutato.