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editoriale
Un problema dalla Norvegia per Musk
A fronte del piano di sviluppo che dovrebbe portare la società a moltiplicare il suo valore in dieci anni, il ceo ha chiesto all'assemblea di Tesla un pacchetto di 1.000 miliardi di dollari di retribuzione. Il Norges Bank Investment Management voterà contro
Sulle aspirazioni arcimiliardarie di Elon Musk soffia il vento gelido del nord Europa. Musk vorrebbe che giovedì l’assemblea di Tesla, il produttore d’auto di cui è il maggiore azionista, gli riconoscesse un pacchetto da 1.000 miliardi di dollari di retribuzione a fronte del mega piano di sviluppo che dovrebbe portare la società a moltiplicare il suo valore in dieci anni. Musk ha promesso una Tesla che sarà “pazzesca”: la sintesi di tutte le auto di James Bond messe insieme. Ma il fondo sovrano norvegese, Norges Bank Investment Management, che è anche il più grande del mondo, fa sapere che voterà contro, dopo avere valutato a fondo la questione. Pur apprezzando il significativo valore creato sotto “il visionario signor Musk”, Norges si mostra preoccupato per l’entità del premio, per l’effetto diluizione che avrebbe per gli altri soci e per i rischi connessi con il piano. Norges possiede l’1,1 per cento di Tesla, ma le sue decisioni sono guardate con grande attenzione nel mondo degli investitori istituzionali che rappresenta circa il 50 per cento del capitale di Tesla (Musk ne possiede il 13 per cento).
Un gruppo di grandi fondi pensione ha già pubblicato una lettera aperta di opposizione al piano retributivo sostenendo, tra l’altro, che la “incessante ricerca” del consiglio di mantenere il suo amministratore delegato (Musk) avrebbe danneggiato la reputazione di Tesla e portato ad aumentare gli esborsi per la remunerazione. D’altro canto, la presidente della società Robyn Denholm ha messo sul voto di giovedì una sorta di ipoteca, dicendo che è essenziale per trattenere Musk al comando e che se Tesla perdesse il suo visionario non sarebbe un buon risultato per gli azionisti. Lo stesso consiglio ha fatto di tutto per riportare Musk nei ranghi aziendali quando svolgeva un ruolo politico e amministrativo attivo nell’Amministrazione Trump. L’imprenditore è tornato sui suoi passi ma tutto ha un prezzo: 1.000 miliardi, tra azioni e remunerazione, per continuare a essere lui la guida. Ora, però, qualcuno comincia a dubitare che sia così indispensabile.