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Editoriali
Putin in soccorso di Maduro
Il dittatore implora Mosca di aiutarlo contro gli americani. Il Cremlino sa che in un cambio di regime i suoi affari, armi e gas soprattutto, potrebbero evaporare, come accaduto in Siria con la cacciata di Bashar el Assad. Ma, proprio come in medio oriente, queste motivazioni potrebbero non bastare
Il quotidiano americano Washington Post ha ottenuto la lettera con cui il dittatore venezuelano Nicolás Maduro chiede a Mosca di aiutarlo, facendo delle richieste molte precise: missili, radar e aerei potenziati. Caracas sente la pressione degli americani che nel Mar Caraibi hanno rafforzato la loro presenza, spingendo sulle coste del Venezuela: le operazioni sono stata finora in mare contro navi accusate di servire il narcotraffico e presto potrebbero spostarsi a terra per colpire le infrastrutture dei narcotrafficanti e puntare al regime.
Maduro ha chiesto aiuto ai suoi alleati che combattono già assieme altre guerra: Russia, ma anche Cina e Iran. Il quotidiano non è stato in grado di verificare le risposte di Pechino e Teheran, ma riguardo a Mosca il movimento di un aereo da trasporto russo atterrato a Caracas e precedentemente usato per trasportare armi e mercenari è un segnale che le richieste del dittatore sono state ascoltate. Il Cremlino ha progetti di alto profilo in Venezuela: fabbriche di armi, diritti di esplorazione in riserve di gas naturale e petrolio, investimenti diretti in tre joint venture venezuelane che producono 107.000 barili di greggio al giorno. La collaborazione risale ai tempi dell’ex presidente Hugo Chávez, il primo a comprare armi russe. Lo stato di questo arsenale fornito da Mosca, però, non è dei migliori: o è mancata la manutenzione o il Cremlino ha mandato il peggio delle sue riserve. Che Putin tenga al Venezuela e sappia che in un cambio di regime i suoi affari potrebbero evaporare, come accaduto in Siria con la cacciata di Bashar el Assad, è un fatto. Ma gli interessi, proprio come in Siria, potrebbero non essere sufficienti a spingere Mosca verso un’azione determinata a sostegno del dittatore. Maduro non sembra avere un piano definito contro gli Stati Uniti, questo mese ha fatto sapere di aver schierato 5.000 missili terra-aria Igla-S di fabbricazione russa in tutto il paese. La collaborazione c’è, è nell’interesse del Cremlino, ma il sacrificio di Putin ha dei limiti e forse Maduro dovrà accontentarsi di un passaggio a Mosca.
l'esclusiva del washington post