LaPresse
A Bruxelles
Sulle terre rare, l'Europa spera in Trump
La Commissione auspica che l'accordo tra il presidente americano e Xi Jinping possa alleviare temporaneamente la pressione sui mercati europei. Ma non c'è ancora nulla di scritto. E alcuni commissari temono che Pechino chieda all'Ue una contropartita, per esempio sui dazi sui veicoli elettrici
L’Unione europea spera di poter beneficiare dalla tregua commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina, che Donald Trump e Xi Jinping dovrebbero siglare nel loro incontro in Corea del sud. La decisione di Pechino, annunciata il 9 di ottobre, di imporre restrizioni alle esportazioni di terre rare era una ritorsione contro il protezionismo del presidente americano, ma ha avuto pesanti ripercussioni sull’Europa. La scorsa settimana, diversi amministratori delegati di produttori di automobili, pale eoliche e altri prodotti tecnologici hanno lanciato un grido di allarme alla Commissione: le scorte di terre rare, in particolare magneti, potrebbero esaurirsi in due o tre settimane, portando all’arresto della produzione in Europa.
Il tema è stato discusso al più alto livello, dai capi di stato e di governo durante il Consiglio europeo del 23 ottobre, quando Emmanuel Macron ha chiesto di attivare lo “strumento anticoercizione” per usarlo come arma nei negoziati con la Cina. Sabato 25 ottobre, la presidente della Commissione ha alzato i toni. Le restrizioni del 9 ottobre sulle terre rare “minacciano la stabilità delle catene di approvvigionamento globali e avranno un impatto diretto sulle aziende europee”. Ursula von der Leyen ha citato le potenziali vittime: automotive, motori industriali, difesa, aerospaziale, chip di intelligenza artificiale, data center. “Siamo pronti a utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per rispondere, se necessario”, ha detto von der Leyen.
Sulle terre rare la Commissione vuole evitare lo scontro. Una soluzione negoziata con Pechino appare come l’unica soluzione possibile, dato il livello di dipendenza dalla Cina e l’impossibilità di trovare in una settimana altri fornitori che siano in grado di rispondere alla domanda europea. Von der Leyen ha vietato ai suoi commissari di parlare pubblicamente dello strumento anti-coercizione, che permetterebbe di bloccare le esportazioni verso la Cina e di chiudere il mercato dell’Ue a prodotti e servizi cinesi. “Si possono usare questi strumenti solo quando si è sicuri di avere una soluzione di ricambio”, ha spiegato l’Alto rappresentante, Kaja Kallas, all’Economist. Il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, sta negoziando con la sua controparte cinese. Un altro dossier sensibile è sul loro tavolo. La decisione del governo olandese di nazionalizzare Nexperia, produttore di chip di proprietà della cinese Wingtech, ha spinto questa società a interrompere le forniture di semiconduttori all’industria europea.
Il settore più colpito è quello dell’auto. Acea, l’associazione che raggruppa i produttori di automobili europei, ha lanciato l’allarme su uno stop imminente della produzione. “I nostri membri ci stanno segnalando che le forniture di componenti sono già state interrotte a causa della carenza” di chip, ha detto la direttrice generale di Acea, Sigrid de Vries. “Questo significa che l’arresto delle linee di assemblaggio potrebbero esserci tra pochi giorni”. Un portavoce della Commissione ha definito il problema “grave”. Un altro caso di coercizione, anche se ufficialmente non si può usare la parola. “Stiamo cercando di trovare una soluzione urgentemente”, ha detto il portavoce.
Nexperia è un conflitto bilaterale tra Cina ed Europa. Sulle terre rare, invece, l’accordo Trump-Xi potrebbe alleviare la pressione temporaneamente. Almeno così spera la Commissione. Anche se non c’è nulla di scritto, la prima valutazione è che l’intesa si applicherà anche all’Ue, garantendo una tregua sulle restrizioni alle esportazioni di terre rare per un anno. Ma alcuni commissari sono più dubbiosi. Temono che Pechino chieda all’Ue una contropartita, per esempio sui dazi sui veicoli elettrici. Dentro la Commissione ci sono due linee di pensiero. La prima è che l’Ue sia la vittima collaterale dello scontro tra Stati Uniti e Cina. La seconda è che Pechino voglia condizionare le scelte dell’Ue attraverso la coercizione economica. La risposta arriverà anche dal numero di magneti che riusciranno a essere importati nell’Ue nelle prossime tre settimane.
Cessate la tregua
Israele risponde con le bombe alle violazioni di Hamas
le immagini satellitari
Le prove delle uccisioni di massa delle Rsf in Sudan, dopo la presa di El Fasher