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Nuovi accordi

Navi e risorse. Cosa ha ottenuto Trump dal suo tour in Giappone e Corea del sud

Giulia Pompili

Il capo dello staff del presidente sudcoreano Lee Jae-myung ha annunciato a sorpresa che il presidente americano e Xi Jinping hanno raggiunto un accordo sui dazi. Il giorno prima il tycoon ha firmato con la neoprima ministra nipponica Takaichi un accordo che la Casa Bianca ha definito “storico” sui minerali critici

L’obiettivo del viaggio asiatico di Donald Trump era sicuramente il suo incontro con il leader cinese Xi Jinping, ma al di là del contorno, qualcuno è riuscito a ottenere qualcosa. Il capo dello staff del presidente sudcoreano Lee Jae-myung ha annunciato ieri a sorpresa che i due leader hanno raggiunto un accordo sui dazi dopo un bilaterale di un’ora e mezza che si è tenuto a Gyeongju, la città sudcoreana che domani e dopodomani ospiterà il vertice della Cooperazione economica Asia-Pacifico. La Corea del sud ha assicurato a Trump che effettuerà investimenti per un valore di 200 miliardi di dollari, con un limite massimo di 20 miliardi di dollari l’anno. In aggiunta, si darà impulso a un progetto fortemente voluto dalla Casa Bianca, ovvero l’iniziativa di cooperazione nel settore della cantieristica navale da 150 miliardi di dollari, il “Make American Shipbuilding Great Again” che dovrà contrastare il monopolio cinese: il progetto sarà guidato da aziende coreane, con investimenti propri.

 

Ma è soprattutto il settore auto a festeggiare, perché in cambio di tutti questi investimenti, tra le altre cose, i dazi americani sulle auto sudcoreane saranno ridotti dal 25 al 15 per cento, allineandosi a quelle di Bruxelles e Tokyo. Il giorno prima, proprio in Giappone, Trump ha elogiato la neoprima ministra Sanae Takaichi, ci sono stati molti scambi di cortesie, tanto che un funzionario del Partito liberal democratico giapponese ha detto al Japan Times che il primo vertice fra i due leader è stato “quasi perfetto”. Trump e Takaichi hanno firmato un accordo che la Casa Bianca ha definito “storico” sui minerali critici, per diversificare la catena di approvvigionamento, e un altro per aumentare la collaborazione nello shipbuilding. Eppure ancora nulla è stato rivelato sui dettagli dell’accordo raggiunto a luglio sui dazi, in cui il Giappone si impegnava a investire 550 miliardi di dollari nelle industrie americane in cambio di dazi al 15 per cento.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.