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L'ira di Trump sul Canada, di nuovo

Redazione

Il presidente americano si è offeso per uno spot televisivo pagato dal governo provinciale dell'Ontario che lo mette in contrapposizione con Reagan sul libero commercio. Nel video si dice che i dazi, alla fine, li pagano i consumatori. Ma il tycoon ha definito il filmato "fake"

Le trattative commerciali tra Canada e Stati Uniti sono state bruscamente interrotte dal presidente Donald Trump non per un tema di sostanza o quantomeno di principio, come la tassa imposta dall’ex premier canadese Justin Trudeau sulle big americane del tech. Ad aver provocato la brusca rottura è stato uno spot televisivo pagato dal governo provinciale dell’Ontario, guidato dal conservatore Doug Ford, dove si mostra un  frammento di un intervento di Ronald Reagan sul libero commercio che risale al 1987 dove si dice che i dazi, alla fine, li pagano i consumatori. Sdegnato, Trump ha definito “fake” il filmato, ed è intervenuta la stessa Biblioteca presidenziale dedicata a Reagan, dicendo che l’intervento è fuori contesto e che valuterà “le opzioni legali”.

 

Forse inesistenti, dato che il filmato è di pubblico dominio, liberamente pubblicabile. Il punto della questione è altrove. Trump, non si sa perché, tiene molto a definirsi erede di Ronald Reagan e la stessa Biblioteca sembra sposare questa ipotesi, tanto che qualche settimana fa ha ospitato la presentazione di un libro scritto dal figlio di Trump, Eric. Al netto del disprezzo che entrambi hanno ricevuto da sinistra, le similitudini si fermano qui: Reagan ha promosso una visione di America antitetica rispetto a quella di Trump sin dal suo primo discorso politico nel 1964 dove definiva gli Stati Uniti “l’ultimo rifugio per chi fugge dai regimi” e in uno degli ultimi, nel 1989, quando definì i migranti il “sangue nuovo” del paese. Da presidente ha promosso politiche a difesa dei diritti umani sia in Europa dell’est ma anche in Sud America, e anche sul libero mercato i due sono molto diversi: Reagan favoriva un’uscita quasi completa del governo dalle attività private, adesso anche i grandi gruppi temono ritorsioni da parte della Casa Bianca, violando il principio quasi sacrale del Partito repubblicano di rispetto della libertà economica. Con Trump è la libertà di un solo uomo al comando.

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