Il prestito che manca
Gli europei non sono poi così volenterosi nell'utilizzare gli asset russi per sostenere Kyiv
Sia al Consiglio europeo di giovedì, sia durante la riunione dei volenterosi non si è trovata una soluzione per il prestito da 140 miliardi che serve all'Ucraina per pagare gli stipendi dei soldati e comprare le armi
Bruxelles. Il prestito di riparazione da 140 miliardi di euro fornito all’Ucraina dall’Unione europea “per noi è cruciale”, ha detto ieri Volodymyr Zelensky, dopo lo stallo registrato al Consiglio europeo di giovedì sull’utilizzo degli attivi sovrani russi immobilizzati. Il Belgio è il principale ostacolo. Il premier Bart De Wever teme di dover versare alla Russia 185 miliardi di euro, se le sanzioni che tengono congelati gli attivi russi non saranno rinnovate o se un tribunale arbitrale stabilirà che è stata effettuata una confisca illegale dei beni della Banca centrale russa. Altri capi di stato e di governo dell’Ue temono di dover fornire garanzie per miliardi di euro o decine di miliardi di euro, è il caso di Germania, Francia e Italia.
Dal Consiglio europeo di giovedì era atteso un mandato dei leader a Ursula von der Leyen per presentare una proposta legislativa sul prestito di riparazione. La presidente della Commissione ha commesso diversi errori, rifiutando di illustrare i dettagli giuridici, tecnici e finanziari sull’uso degli attivi sovrani russi prima e durante l’incontro dei capi di stato e di governo. Dopo una lunga discussione a cena, il testo di conclusioni del Consiglio europeo è stato emendato. Non viene menzionato il prestito di riparazione né l’uso degli attivi sovrani russi immobilizzati. Si parla solo di “opzioni” di finanziamento per l’Ucraina, che la Commissione dovrebbe presentare “il più presto possibile” per un’altra discussione al Consiglio europeo di dicembre. Le alternative all’uso degli attivi sovrani russi non sono molto appetibili. Un prestito usando il bilancio dell’Ue è impossibile a causa del veto dell’Ungheria. C’è chi parla di prestiti bilaterali per un ammontare complessivo da 140 miliardi fornito da una coalizione di stati membri. C’è chi evoca l’utilizzo dei fondi non utilizzati del Dispositivo di ripresa e resilienza, lo strumento di debito comune post pandemia. Se si aggiungono altri dettagli complicati, il pericolo di paralisi è reale. Non a caso il tema è stato discusso anche durante la riunione della coalizione dei volenterosi. “Oggi tutti i partner hanno confermato che il prossimo anno continueranno a sostenere l’Ucraina (…), in particolare con il sostegno finanziario che è fondamentale”, ha detto Zelensky. Keir Starmer ha spiegato che serve una soluzione sugli attivi sovrani russi “in tempi brevi”. Alla fine del primo trimestre del 2026 l’Ucraina si troverà senza soldi per pagare gli stipendi e comprare armi.
A Londra Zelensky ha anche lanciato un appello ai volenterosi a “non dare alla Russia alcun motivo di pensare di poter porre fine a questa guerra con un esito iniquo” per l’Ucraina. “Dobbiamo tutti ricordare che le questioni di integrità territoriale, così come qualsiasi presunto scambio di territori, non devono premiare l’aggressore né premiare eventuali future aggressioni”, ha detto il presidente ucraino. Il sollievo provocato dall’ultima svolta di Donald Trump sulla Russia, con l’imposizione delle sanzioni contro Rosneft e Lukoil e la cancellazione del vertice di Budapest con Putin, potrebbe durare poco. Tutto può cambiare di nuovo rapidamente. L’inviato di Putin, Kirill Dmitriev, è negli Stati Uniti per incontrare l’inviato di Trump, Steve Witkoff. Il leader russo – tramite il portavoce Peskov – ha fatto sapere di essere ancora disponibile a un incontro faccia a faccia con Trump. Appena una settimana fa, il presidente americano aveva cercato di imporre a Zelensky di cedere la parte dell’oblast di Donetsk che l’Ucraina ancora controlla, definendo i territori una “proprietà” che Putin aveva “vinto” con la sua guerra. Il rischio di tornare a quella situazione è sempre presente. “Solo una soluzione forte ed equa per porre fine alla guerra funzionerà davvero. Per favore, sosteneteci in questo”, ha detto Zelensky ai volenterosi. Le richieste territoriali di Putin sono “ridicole”, ha risposto Starmer: “Fallite in partenza”.
Zelensky ha spiegato che la campagna di droni e missili della Russia contro le infrastrutture energetiche è volta a rendere “l’inverno freddo” per i civili ucraini. “Putin vuole un disastro umanitario in Ucraina”, ha denunciato il presidente ucraino. Starmer ha chiesto ai paesi della coalizione dei volenterosi di fornire all’Ucraina missili di lunga gittata e di rafforzare le sue difese aeree. Il Regno Unito farà la sua parte. Emmanuel Macron ha annunciato la fornitura nei prossimi giorni di missili Aster per il sistema Samp-T e di altri aerei Mirage per contribuire alla difesa di cieli. La premier italiana, Giorgia Meloni, ha ribadito “l’importanza dell’unità tra le due sponde dell’Atlantico nel perseguire un cessate il fuoco”, mentre alcune fonti di Bloomberg dicono che l’Italia sta finalizzando il pacchetto di aiuti militari all’Ucraina su munizioni e missili Samp-T per la difesa antiaerea. Starmer ha aggiunto che la coalizione volenterosi si muoverà per togliere il petrolio e il gas russi “dal mercato mondiale” per paralizzare “le risorse per la guerra della Russia”.