
negli stati uniti
La Maga generation e il culto dell'odio nelle chat dei sostenitori di Trump
Politico svela i messaggi di funzionari e attivisti vicini a Trump. Tra negazionismo, misoginia e violenza verbale, anche la nomina di Paul Ingrassia mostra ancora una volta la vera faccia del trumpismo
“Sono un po’ nazista di tanto in tanto”. Questa frase scioccante è stata scritta in una chat di gruppo da Paul Ingrassia, che il presidente americano Donald Trump ha nominato per dirigere un’agenzia federale, l’Office of Special Counsel, che si occupa di proteggere i whistleblower. La frase non è isolata, ma uno degli estratti di una lunga chat che un informatore ha fornito Politico: si può leggere anche che per Ingrassia servirebbe “un girone dell’inferno per la festività dedicata a Martin Luther King, il George Floyd degli anni 60” o che “tutta l’Africa è un posto di merda, e lo sarà per sempre”.
Altre persone della chat si sono riferite a lui nei messaggi come “Paul Adolf Ingrassia”, o hanno scritto che “Paul appartiene alla Gioventù Hitleriana”. Il legale di Ingrassia ha detto che i testi potrebbero essere stati manipolati, e che se fossero autentici si tratterebbe solo di repubblicani che prendono in giro i democratici che li accusano di nazismo. Il fatto, però, è grave: la nomina di Ingrassia era già slittata per possibile antisemitismo. L’uomo, che è vicino al mondo del suprematismo bianco, ha fatto parte del team legale di Andrew Tate e ha assistito a un comizio del negazionista dell’Olocausto Nick Fuentes, aveva già definito l’attentato terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023 una “psy-op”, a indicare una connivenza israeliana nell’attacco. Inoltre, Ingrassia è accusato anche di molestia verso una collega di grado inferiore, che secondo il resoconto di tre ufficiali governativi sarebbe stata costretta a dormire insieme a lui durante una trasferta di lavoro, dopo che l’uomo le aveva precedentemente cancellato la stanza d’albergo prenotata a suo nome. Il leader repubblicano al Senato, John Thune, ha chiesto ufficialmente alla Casa Bianca di ritirare la nomina, anche perché non ci sarebbero i voti per approvarla: già tre senatori della maggioranza hanno annunciato che non voteranno la conferma, e probabilmente altri seguiranno se il presidente si rifiuterà di destituire Ingrassia.
La vicenda non fa parte di un caso isolato: la settimana scorsa sempre Politico aveva pubblicato alcune chat di gruppo di alcuni esponenti di una fazione trumpiana dei giovani repubblicani. I messaggi rivelavano una cultura razzista, antisemita e violenta: nella chat si scriveva di “camere a gas per oppositori politici”, e molti insulti razzisti e omofobi. Alla domanda se qualcuno stesse guardando i playoff della Nba, il principale campionato di basket statunitense, un membro della chat ha risposto “se voglio vedere scimmie giocare con la palla, vado allo zoo”. Il vicepresidente JD Vance, a cui è stato chiesto conto dei messaggi che i giovani si scambiavano, ha affermato che sarebbero solo ragazzini che fanno cose stupide, e la loro vita non andrebbe rovinata. I partecipanti alla chat, però, hanno quasi tutti tra i 24 e i 35 anni.
Il linguaggio violento è stato del tutto sdoganato nel nuovo mondo Maga della seconda Amministrazione Trump, che può affermare in diretta televisiva che “gli immigrati haitiani mangiano cani e gatti” o pubblicare immagini sviluppate con l’intelligenza artificiale in cui scarica letame sui manifestanti. Persino la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha risposto a un giornalista dell’Huffington Post, che le aveva chiesto chi avesse scelto Budapest come sede del prossimo incontro fra Trump e Vladimir Putin, “lo ha fatto tua madre”.
Questo genere di notizie sono un problema per i repubblicani, anche perché, dopo l’assassinio di Charlie Kirk, stavano cercando di dipingere la sinistra come la responsabile del clima d’odio nel paese. Una sinistra che ha i suoi problemi: in Virginia, i repubblicani chiedono il ritiro dalla corsa a procuratore generale del democratico Jay Jones, che tre anni fa aveva scritto in un messaggio che “tra Hitler, Pol Pot e il deputato repubblicano Todd Gilbert, sparerei a lui due volte”. Gli screenshot sono l’istantanea di un paese ancora lontano dal ritrovare la sua pace sociale, e in cui gli avversari si percepiscono sempre più non come colleghi rivali, ma come traditori.


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