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Questioni europee
I pericoli di un vertice in Ungheria, governata dal più filorusso dell'Ue
Viktor Orbán potrebbe sfruttare l'incontro di Budapest tra il presidente americano e Putin come scusa per bloccare l’adozione del diciannovesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia e il prestito di riparazione per l’Ucraina
Non contraddire Trump, non irritare Trump, non criticare Trump: l’Unione europea non ha deviato dalla linea che ha adottato dalla scorsa primavera per cercare di tenere il presidente americano dalla parte dell’Ucraina. Anche di fronte all’annuncio di un nuovo vertice tra Donald Trump e Vladimir Putin, che potrebbe portare a un accordo alle spalle di Kyiv e dell’Europa, nella sede provocatoria di Budapest. “Ursula von der Leyen accoglie con favore ogni passo per una pace duratura in Ucraina. Qualsiasi incontro che porti verso una pace giusta e duratura per l’Ucraina è il benvenuto. Se l’incontro si terrà e andrà in questa direzione è il benvenuto”, ha detto ieri un portavoce della Commissione. I leader europei sono stati colti di sorpresa dall’annuncio del vertice, dopo la telefonata tra Trump e Putin di giovedì. Nei prossimi giorni torneranno a fare pressioni su Trump, con lusinghe e complimenti, per cercare di evitare una ripetizione del disastroso vertice di ferragosto in Alaska, quando Trump minacciò di abbandonare l’Ucraina. Dietro la linea ufficiale, molti diplomatici esprimono irritazione e scetticismo.
“L’incertezza è massima. Vediamo come va”, confessa un diplomatico: “E’ inutile cercare di prevedere cosa succederà a Budapest durante l’incontro. Dobbiamo solo aspettare. Ma per noi è chiaro che l’Europa continuerà a stare al fianco dell’Ucraina, che non c’è accordo possibile senza l’Ucraina e che la sicurezza dell’Europa è qualcosa che sarà deciso dagli europei, non tra Trump e Putin”. Problema. Viktor Orbán potrebbe mettersi di traverso usando il vertice di Budapest come scusa per bloccare l’adozione del diciannovesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia e il prestito di riparazione da 140 miliardi di euro per l’Ucraina usando gli attivi sovrani russi immobilizzati al Consiglio europeo del 23 ottobre.
Il campo degli ottimisti nell’Ue sostiene che Trump è cambiato dopo aver scoperto di essersi fatto ingannare da Putin in Alaska. “Non penso che Trump permetterà che accada di nuovo, se investe capitale politico incontrando Putin”, spiega al Foglio un alto funzionario dell’Ue. Dopo l’Alaska c’è stato “molto più allineamento degli Stati Uniti sulla posizione europea”, aggiunge il funzionario. Alla Nato questa settimana il segretario alla Guerra, Pete Hegseth, ha usato toni minacciosi contro la Russia. L’incontro fra Trump e Zelensky a Washington ieri avrebbe dovuto portare a una svolta in termini di forniture militari, con annunci sui Patriot e perfino sui Tomahawk. Invece, l’Ue e i suoi leader non sono stati preallertati dalla Casa Bianca né della telefonata con Putin giovedì, né del nuovo vertice tra i due. La scelta di Budapest come sede è al contempo umiliante e pericolosa. L’Ungheria è governata dal leader più filorusso dell’Ue, Orbán, che ha deciso di rompere l’unità dei ventisette allineandosi al Cremlino e ostacolato il sostegno europeo a Kyiv. Budapest è una capitale di un paese Ue, dove gli aerei russi non possono entrare a causa delle sanzioni. Putin è ricercato dalla Corte penale internazionale e dovrebbe essere arrestato al suo arrivo.
Budapest è soprattutto il luogo dove nel 1994 fu firmato l’omonimo memorandum con cui l’Ucraina cedette il suo arsenale nucleare alla Russia in cambio di garanzie russe, americane, britanniche e francesi sull’inviolabilità della sua sovranità e della sua integrità territoriale. Dopo l’annessione della Crimea del 2014 e l’aggressione su larga scala del 2022, il memorandum è diventato il simbolo del tradimento della parola data dalla Russia e dell’incapacità degli occidentali di far rispettare le loro garanzie di sicurezza. E’ la ragione per cui Zelensky si è opposto in passato alla possibilità di tenere un incontro con Trump e Putin a Budapest. Ora potrebbe diventare il luogo di un accordo ai danni dell’Ucraina e della sicurezza dell’Europa. “Trump probabilmente vuole capire chi tra Putin e Zelensky è il più debole e dove mettere la pressione”, ammettere un diplomatico. Il rischio è che torni a metterla sull’aggredito invece che sull’aggressore, imponendo a Kyiv e all’Ue una capitolazione chiamata pace.