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Editoriali
Lecornu ha superato due mozioni di sfiducia: il macronismo non è finito
Bocciate le mozioni di France insoumise di Jean-Luc Mélenchon e del Rassemblement national di Marine Le Pen. Scongiurato l'incubo di un nuovo scioglimento dell'Assemblea nazionale: "E ora al lavoro"
Il Lecornu bis durerà più di una notte. Oggi 16 ottobre il primo ministro francese, Sébastien Lecornu, ha superato le due mozioni di sfiducia presentate dalla France insoumise (Lfi), la sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon, e dal Rassemblement national (Rn), l’estrema destra di Marine Le Pen, scacciando l’incubo del suo primo governo, durato 14 ore e 26 minuti, e di un nuovo scioglimento dell’Assemblea nazionale. "E ora al lavoro", ha detto Lecornu uscendo dal Palais Bourbon, sede della Camera bassa.
La più pericolosa delle due mozioni era quella di Lfi. Ma i franchi tiratori del Partito socialista, quelli che hanno disobbedito alla linea del primo segretario Olivier Faure, contrario alla sfiducia a Lecornu dopo l’annuncio della sospensione della riforma delle pensioni, sono stati soltanto 7. La mozione dei mélenchonisti ha ottenuto 271 voti: ne servivano 289 per far cadere l’esecutivo ufficializzato domenica.
“Oggi rivendichiamo pienamente il rifiuto della censura e la volontà di far spazio al dibattito parlamentare. La nostra strada è quella di un rapporto di forze esigente, nell’ambito di una democrazia parlamentare rafforzata, non quella del tutto o niente che porta al caos”, ha scritto su X l’europarlamentare socialista Raphaël Glucksmann, leader di Place publique, puntando il dito tra le righe contro l’oltranzismo dei mélenchonisti.
Quella di oggi è la vittoria della cultura del compromesso in un paese che sembrava averla dimenticata e in un certo senso anche la vittoria dell’en même temps, una risposta a chi aveva già fischiato la fine del macronismo. Prima del voto Lecornu aveva invocato "un momento di verità tra l’ordine e il disordine repubblicano", chiedendo ai deputati di non "tenere in ostaggio il bilancio". L’instabilità non è certo scongiurata, ma Lecornu ha una buona base per costruire assieme alla sinistra e alla destra responsabili un bilancio per la Francia.