
Ansa
L'analisi
Chi può fermare la “lunga commedia parlamentare” di Francia. Intervista
“Un regime può crollare non solo a causa di un’esplosione esterna, di uno choc rivoluzionario, ma può anche implodere per una stanchezza intrinseca” parla Raphaël Llorca, condirettore dell’Observatoire “Marques, imaginaires de consommation et politique”
Quando Emmanuel Macron, alla luce dei risultati delle elezioni europee, decise di sciogliere l’Assemblea nazionale, l’intellettuale francese Raphaël Llorca scrisse sull’Opinion che il capo dello stato aveva appena realizzato “la prima ‘dissoluzione Netflix’ della Quinta Repubblica, una dissoluzione che prende in prestito i codici della forma narrativa più potente del nostro tempo, la serie tv, per dare vita alla battaglia politica: un annuncio choc e colpi di scena a cascata”. Ma la serie scaturita dalla decisione del 9 giugno 2024 non è stata piacevole per la Francia, soffocata da una crisi politico-istituzionale inedita da cui non sembra ancora pronta ad uscire.
Al termine della riunione di ieri con tutti i leader politici tranne quelli del Rassemblement national, estrema destra, e della France insoumise, estrema sinistra, Macron ha confermato che “esiste una strada percorribile per raggiungere un compromesso ed evitare lo scioglimento”, secondo quanto riferito dal suo entourage. Ma il nome del nuovo primo ministro non era ancora stato comunicato nella prima serata. “Qualsiasi sceneggiatore direbbe che non si può fare qualsiasi cosa con uno script e dei personaggi. Ci sono delle regole da rispettare nella scrittura di una serie e alcuni episodi trasmessi sono stati scritti molto male”, dice al Foglio Raphaël Llorca, condirettore dell’Observatoire “Marques, imaginaires de consommation et politique” alla Fondation Jean-Jaurès. In questi giorni ha ripreso in mano i “Souvenirs” di Tocqueville, mentre BfmTv offriva in diretta lo spettacolo mesto del governo Lecornu I, durato 14 ore e 26 minuti.
“Rievocando gli ultimi tempi della monarchia di luglio (1830-1848), Tocqueville parlava già di una ‘lunga commedia parlamentare’. Niente di più attuale”, sottolinea Llorca. Tocqueville rimproverava alla sinistra di “giocare alla Rivoluzione francese invece di portarla avanti”: quello che fa oggi la gauche radicale di Jean-Luc Mélenchon, leader della France insoumise. “La ‘lunga commedia parlamentare’, aggiunge Tocqueville, sembra interpretata da ‘istrioni di provincia’. C’è già questa idea di una classe politica che non è per niente all’altezza del grave momento politico”, spiega al Foglio Llorca. La crisi in cui versa oggi la Francia è figlia anche della stanchezza della Quinta Repubblica, di un sistema che è arrivato a fine corsa. “L’altra lezione di Tocqueville è che un regime può crollare non solo a causa di un’esplosione esterna, di uno choc rivoluzionario, ma può anche implodere, cioè sfaldarsi da solo, per una stanchezza intrinseca”, afferma Llorca.
A saltare, in questa parentesi di blocco istituzionale prolungato, sono “le regole del gioco e i confini abituali della vita politica”. “Ciò autorizza qualsiasi mossa, a trasgredire, a superare tutta una serie di limiti”, prosegue Llorca, citando l’articolo pubblicato ieri dal Monde dove si racconta che il Rassemblement national (Rn) di Marine Le Pen non esclude più una futura alleanza con la destra gollista, i Républicains (Lr), per costituire una maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale. La diga è saltata tra Rn e Lr e per Llorca siamo entrati “nella configurazione di una catastrofe democratica annunciata”.