l'inchiesta

Le spie di Viktor Orbán infiltrano l'Unione europea

David Carretta

Un’inchiesta di Spiegel, De Tijd e Direkt36 rivela che Budapest avrebbe usato diplomatici come copertura per agenti segreti all’interno delle istituzioni Ue, quando l’attuale commissario Oliver Várhelyi era ambasciatore dell'Ungheria. Von der Leyen apre un gruppo interno, ma per ora non agisce

Bruxelles. Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha infiltrato la Commissione europea con le sue spie, in un'operazione condotta quando l'ambasciatore dell'Ungheria presso l'Ue era Olivér Várhelyi, uno degli attuali membri dell'esecutivo di Ursula von der Leyen. Le rivelazioni di un'inchiesta condotta dal settimanale tedesco Spiegel, dal quotidiano belga De Tijd e dal sito ungherese Direkt36 rischia di provocare un terremoto nelle istituzioni comunitarie. Bruxelles – sede delle istituzioni dell'Ue e della Nato – è un covo di spie. Ma è la prima volta che uno stato membro è accusato di spiare direttamente l'Ue e di infiltrare con i servizi segreti le sue istituzioni. Von der Leyen è stata informata dell'inchiesta giornalistica e dei suoi dettagli. La Commissione ha creato un apposito gruppo interno per verificare. Ma per il momento non sono state assunte iniziative nei confronti di Varhleyi, l'uomo di Orban a Bruxelles. Il caso è destinato a rilanciare le accuse contro l'Ungheria di violare le regole dell'Ue sull'obbligo di sincera cooperazione e ad alimentare le richieste di usare le maniere forti con Orban: sospendere il diritto di voto usando l'articolo 7 del trattato per violazione dei principi fondamentali.

 

Lo Spiegel ha raccontato la storia di “V”, agente dei servizi segreti esteri dell'Ungheria, inviato a Bruxelles tra il 2015 e il 2017 con le credenziali di diplomatico. Secondo un alto funzionario dell'Ue, "V" ha raccolto informazioni dentro la Commissione e in altre istituzioni. Ha anche cercato, insieme ad altre spie ungheresi, di reclutare altri funzionari offrendo denaro. In dicembre De Tijd e Direkt36 avevano già rivelato che Orban aveva usato i suoi servizi segreti per spiare l'Olaf, l'Ufficio europeo per la lotta antifrode, che stava indagando su accuse di corruzione legate a una società di proprietà del genero del primo ministro che aveva ottenuto appalti pubblici. Oggi “V” è tenente colonnello e lavora alle dipendenze del Centro nazionale di informazione, l'agenzia che consolida le informazioni di intelligence di tutti i servizi ungheresi. De Tijd ha spiegato che non si tratta di una sola spia, ma di una vera e propria rete che operava dalla sede della rappresentanza permanente dell'Ungheria presso l'Ue. Dettaglio interessante: la terminologia usata dai servizi segreti ungheresi per i funzionari dell'Ue reclutati è la stessa dell'era sovietica. Dettaglio importante: alcuni funzionari dell'Ue avevano segnalato i sospetti tentativi di reclutamento da parte di agenti ungheresi. Inoltre, “V” sarebbe stato rimpatriato nel 2017, una volta scoperto dai servizi di intelligence del Belgio, responsabili per le istituzioni dell'Ue, che si sono accorti della quantità inusuale di informazioni che trasferiva a Budapest.

 

Le date dell'arrivo di “V” a Bruxelles e quella del suo rimpatrio sono importanti. All'epoca a guidare la rappresentanza permanente dell'Ungheria presso l'Ue era Oliver Várhelyi. Ambasciatore straordinario e plenipotenziario, cioè l'uomo di fiducia di Orban a Bruxelles. E' proprio lui che Orban sceglie di nominare come commissario europeo nel primo esecutivo presieduto da Ursula von der Leyen nel 2019, quando il Parlamento europeo obietta alla scelta di László Trócsányi. Nel precedente mandato von der Leyen gli aveva affidato il delicato incarico di commissario all'Allargamento. In quello attuale ricopre il ruolo di commissario alla Salute. Ma era stato sotto la sua direzione che “V” avrebbe agito per raccogliere informazioni, cercare di corrompere funzionari e infiltrare la Commissione. Possibile che Ursula von der Leyen non sia stata informata dai servizi del Belgio del caso di “V”, quando ha accettato la nomina di Várhelyi due anni dopo il rimpatrio della spia di Orban? Quanto attenderà la presidente della Commissione prima di convocare il suo commissario alla Salute per esigere un chiarimento diretto e prendere provvedimenti? Perché l'esecutivo comunitario non ha ancora aperto una procedura di infrazione per violazione dell'obbligo di sincera cooperazione? Cosa aspettano gli altri stati membri a mettere Orban con le spalle al muro, usando l'articolo 7 del trattato per togliere il diritto di voto e i fondi europei a un'Ungheria che agisce come un nemico dell'Ue? Un portavoce della Commissione si è limitato a dire non ci sono “indicazioni che il commissario Várhelyi abbia violato alcuno degli obblighi pertinenti".

 


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